A Palazzo Magnani di Reggio Emilia il grande gioco di Dubuffet
Fino al 3 marzo 2019 la mostra ''Jean Dubuffet, l'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985''
140 opere di uno dei maggiori artisti del XX secolo tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali. Una sezione testimonia la sua attività di studioso e collezionista attraverso un nucleo di 30 lavori di esponenti storici dell'art brut. Fino al 3 marzo 2019, Palazzo Magnani di Reggio Emilia celebra Jean Dubuffet (1901-1985), uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista dell'Informale.
La mostra, dal titolo L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985, ne illustra la figura di genio universale e multiforme, esplorando i numerosi cicli creativi, le vaste ricerche, le sperimentazioni tecniche inedite e originali.
La rassegna, curata da Martina Mazzotta e da Frédéric Jaeger, presenta una selezione di 140 opere - dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, dischi - provenienti principalmente dalla Fondation Dubuffet di Parigi e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, nonché da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia, oltre a un nucleo di 30 lavori di protagonisti storici dell'art brut, realizzato in collaborazione con Giorgio Bedoni.
''Dubuffet fu un autentico homme-orchestre - affermano Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger - un artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l'arte viene a estendere il reale, viene a rendere visibile l'invisibile. Nelle sperimentazioni sulla materia e poi sul puro segno, anche in maniera provocatoria, ambigua, sconvolgente, egli risveglia nell'osservatore il senso di meraviglia, di stupore e di bellezza per il mondo, un mondo in cui verità e realtà coincidono. Con il suo rigore vitalissimo e intriso d'ironia, Dubuffet ha saputo estendere i limiti convenzionali dell'arte in maniera autonoma, originale e ancora feconda oggi: il gioco dell'arte''.
Il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni principali, si sviluppa intorno alla dialettica tra le due nozioni di materia e spirito. La prima, dal 1945 al 1960, presenta tutta la ricchezza dei cicli intorno alla materia, da Mirobolus, Macadam et Cie a Matériologies; la seconda verte sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con i lavori della serie de L'Hourloupe, nati da un disegno eseguito macchinalmente al telefono, che si trasformerà 12 anni più tardi in scultura monumentale. La terza parte esplora il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela ''non più il mondo ma l'immaterialità del mondo'' (Dubuffet).
La rassegna include una sezione dedicata all'art brut, termine coniato nel 1945 dallo stesso Dubuffet che ne costituì la prima collezione al mondo designata con tale nome. Si tratta di una forma di espressione artistica spontanea, scoperta dall'artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di una formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore puro e talvolta ossessivo. A Palazzo Magnani si possono ammirare le opere di Aloïse, Wölfli, Wilson, Walla, Hauser, Tschirtner - divenuti oramai parte integrante della storia dell'arte del XIX/XX secolo - provenienti dalla Collection de l'Art Brut di Losanna, da collezioni private svizzere e dal Gugging Museum di Vienna.
A partire dal 1960, Dubuffet si confronta incessantemente anche con la musica, a lui cara fin dall'infanzia, maturando esperienze in compagnia dell'artista Asger Jorn, del gruppo Cobra. Il rapporto con la materia si traduce qui nell'utilizzo di un numero enorme di strumenti di tutti i tipi e di dispositivi elettronici, da cui trarre ''suoni inediti'', in una sorta di parallelismo con le tecniche e i media pittorici. In mostra saranno presentati video musicali, documenti e i sei dischi della Galleria del Cavallino di Venezia (1961).
Nei libri d'artista, Dubuffet introduce lo jargon, gergo fonetico di sua invenzione, diretto ed immediato, che decostruisce secondo nuove regole la lingua francese. I volumi sono un contrappunto linguistico alla sua figurazione. Tra il 1948 e il 1950 scrive e illustra tre sorprendenti libri: Ler dla campane, stampato con mezzi di fortuna e su carta da giornale; Anvouaiaje par in ninbesil avec de zimaje dove gli omuncoli che popolano paesaggi inospitali sono un'anticipazione stilistica degli Assemblages del 1953; Labonfam abeber par inbo nom, pubblicato nel 1950, è un ''Kama Sutra'' alla Dubuffet.
Sono inoltre esposti alcuni elementi - scenografie, costumi - dello spettacolo Coucou Bazar, opera d'arte totale che contempla pittura, scultura, teatro, danza e musica, alla quale Dubuffet lavora dal 1971 al 1973 e che verrà realizzata anche a Torino nel 1978, in collaborazione con la FIAT.
La Fondazione Palazzo Magnani conferma l'attenzione verso le persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito dalla tridimensionalizzazione di alcune opere di Jean Dubuffet e da soluzioni idonee alla fruizione dei visitatori secondo modalità facilitate, nella consapevolezza che l'arte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone.
Catalogo Skira. JEAN DUBUFFET. L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985 Reggio Emilia, Palazzo Magnani (Corso Garibaldi 29) Fino 3 marzo 2019 Informazioni: tel. 0522 444 446; info@palazzomagnani.it; www.palazzomagnani.it
A Palazzo Magnani di Reggio Emilia il grande gioco di Dubuffet
Fino al 3 marzo 2019 la mostra ''Jean Dubuffet, l'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985''
140 opere di uno dei maggiori artisti del XX secolo tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali. Una sezione testimonia la sua attività di studioso e collezionista attraverso un nucleo di 30 lavori di esponenti storici dell'art brut. Fino al 3 marzo 2019, Palazzo Magnani di Reggio Emilia celebra Jean Dubuffet (1901-1985), uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista dell'Informale.
La mostra, dal titolo L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985, ne illustra la figura di genio universale e multiforme, esplorando i numerosi cicli creativi, le vaste ricerche, le sperimentazioni tecniche inedite e originali.
La rassegna, curata da Martina Mazzotta e da Frédéric Jaeger, presenta una selezione di 140 opere - dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, dischi - provenienti principalmente dalla Fondation Dubuffet di Parigi e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, nonché da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia, oltre a un nucleo di 30 lavori di protagonisti storici dell'art brut, realizzato in collaborazione con Giorgio Bedoni.
''Dubuffet fu un autentico homme-orchestre - affermano Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger - un artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l'arte viene a estendere il reale, viene a rendere visibile l'invisibile. Nelle sperimentazioni sulla materia e poi sul puro segno, anche in maniera provocatoria, ambigua, sconvolgente, egli risveglia nell'osservatore il senso di meraviglia, di stupore e di bellezza per il mondo, un mondo in cui verità e realtà coincidono. Con il suo rigore vitalissimo e intriso d'ironia, Dubuffet ha saputo estendere i limiti convenzionali dell'arte in maniera autonoma, originale e ancora feconda oggi: il gioco dell'arte''.
Il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni principali, si sviluppa intorno alla dialettica tra le due nozioni di materia e spirito. La prima, dal 1945 al 1960, presenta tutta la ricchezza dei cicli intorno alla materia, da Mirobolus, Macadam et Cie a Matériologies; la seconda verte sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con i lavori della serie de L'Hourloupe, nati da un disegno eseguito macchinalmente al telefono, che si trasformerà 12 anni più tardi in scultura monumentale. La terza parte esplora il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela ''non più il mondo ma l'immaterialità del mondo'' (Dubuffet).
La rassegna include una sezione dedicata all'art brut, termine coniato nel 1945 dallo stesso Dubuffet che ne costituì la prima collezione al mondo designata con tale nome. Si tratta di una forma di espressione artistica spontanea, scoperta dall'artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di una formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore puro e talvolta ossessivo. A Palazzo Magnani si possono ammirare le opere di Aloïse, Wölfli, Wilson, Walla, Hauser, Tschirtner - divenuti oramai parte integrante della storia dell'arte del XIX/XX secolo - provenienti dalla Collection de l'Art Brut di Losanna, da collezioni private svizzere e dal Gugging Museum di Vienna.
A partire dal 1960, Dubuffet si confronta incessantemente anche con la musica, a lui cara fin dall'infanzia, maturando esperienze in compagnia dell'artista Asger Jorn, del gruppo Cobra. Il rapporto con la materia si traduce qui nell'utilizzo di un numero enorme di strumenti di tutti i tipi e di dispositivi elettronici, da cui trarre ''suoni inediti'', in una sorta di parallelismo con le tecniche e i media pittorici. In mostra saranno presentati video musicali, documenti e i sei dischi della Galleria del Cavallino di Venezia (1961).
Nei libri d'artista, Dubuffet introduce lo jargon, gergo fonetico di sua invenzione, diretto ed immediato, che decostruisce secondo nuove regole la lingua francese. I volumi sono un contrappunto linguistico alla sua figurazione. Tra il 1948 e il 1950 scrive e illustra tre sorprendenti libri: Ler dla campane, stampato con mezzi di fortuna e su carta da giornale; Anvouaiaje par in ninbesil avec de zimaje dove gli omuncoli che popolano paesaggi inospitali sono un'anticipazione stilistica degli Assemblages del 1953; Labonfam abeber par inbo nom, pubblicato nel 1950, è un ''Kama Sutra'' alla Dubuffet.
Sono inoltre esposti alcuni elementi - scenografie, costumi - dello spettacolo Coucou Bazar, opera d'arte totale che contempla pittura, scultura, teatro, danza e musica, alla quale Dubuffet lavora dal 1971 al 1973 e che verrà realizzata anche a Torino nel 1978, in collaborazione con la FIAT.
La Fondazione Palazzo Magnani conferma l'attenzione verso le persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito dalla tridimensionalizzazione di alcune opere di Jean Dubuffet e da soluzioni idonee alla fruizione dei visitatori secondo modalità facilitate, nella consapevolezza che l'arte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone.
Catalogo Skira. JEAN DUBUFFET. L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985 Reggio Emilia, Palazzo Magnani (Corso Garibaldi 29) Fino 3 marzo 2019 Informazioni: tel. 0522 444 446; info@palazzomagnani.it; www.palazzomagnani.it
A Palazzo Magnani di Reggio Emilia il grande gioco di Dubuffet
Fino al 3 marzo 2019 la mostra ''Jean Dubuffet, l'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985''
140 opere di uno dei maggiori artisti del XX secolo tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali. Una sezione testimonia la sua attività di studioso e collezionista attraverso un nucleo di 30 lavori di esponenti storici dell'art brut. Fino al 3 marzo 2019, Palazzo Magnani di Reggio Emilia celebra Jean Dubuffet (1901-1985), uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista dell'Informale.
La mostra, dal titolo L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985, ne illustra la figura di genio universale e multiforme, esplorando i numerosi cicli creativi, le vaste ricerche, le sperimentazioni tecniche inedite e originali.
La rassegna, curata da Martina Mazzotta e da Frédéric Jaeger, presenta una selezione di 140 opere - dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, dischi - provenienti principalmente dalla Fondation Dubuffet di Parigi e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, nonché da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia, oltre a un nucleo di 30 lavori di protagonisti storici dell'art brut, realizzato in collaborazione con Giorgio Bedoni.
''Dubuffet fu un autentico homme-orchestre - affermano Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger - un artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l'arte viene a estendere il reale, viene a rendere visibile l'invisibile. Nelle sperimentazioni sulla materia e poi sul puro segno, anche in maniera provocatoria, ambigua, sconvolgente, egli risveglia nell'osservatore il senso di meraviglia, di stupore e di bellezza per il mondo, un mondo in cui verità e realtà coincidono. Con il suo rigore vitalissimo e intriso d'ironia, Dubuffet ha saputo estendere i limiti convenzionali dell'arte in maniera autonoma, originale e ancora feconda oggi: il gioco dell'arte''.
Il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni principali, si sviluppa intorno alla dialettica tra le due nozioni di materia e spirito. La prima, dal 1945 al 1960, presenta tutta la ricchezza dei cicli intorno alla materia, da Mirobolus, Macadam et Cie a Matériologies; la seconda verte sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con i lavori della serie de L'Hourloupe, nati da un disegno eseguito macchinalmente al telefono, che si trasformerà 12 anni più tardi in scultura monumentale. La terza parte esplora il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela ''non più il mondo ma l'immaterialità del mondo'' (Dubuffet).
La rassegna include una sezione dedicata all'art brut, termine coniato nel 1945 dallo stesso Dubuffet che ne costituì la prima collezione al mondo designata con tale nome. Si tratta di una forma di espressione artistica spontanea, scoperta dall'artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di una formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore puro e talvolta ossessivo. A Palazzo Magnani si possono ammirare le opere di Aloïse, Wölfli, Wilson, Walla, Hauser, Tschirtner - divenuti oramai parte integrante della storia dell'arte del XIX/XX secolo - provenienti dalla Collection de l'Art Brut di Losanna, da collezioni private svizzere e dal Gugging Museum di Vienna.
A partire dal 1960, Dubuffet si confronta incessantemente anche con la musica, a lui cara fin dall'infanzia, maturando esperienze in compagnia dell'artista Asger Jorn, del gruppo Cobra. Il rapporto con la materia si traduce qui nell'utilizzo di un numero enorme di strumenti di tutti i tipi e di dispositivi elettronici, da cui trarre ''suoni inediti'', in una sorta di parallelismo con le tecniche e i media pittorici. In mostra saranno presentati video musicali, documenti e i sei dischi della Galleria del Cavallino di Venezia (1961).
Nei libri d'artista, Dubuffet introduce lo jargon, gergo fonetico di sua invenzione, diretto ed immediato, che decostruisce secondo nuove regole la lingua francese. I volumi sono un contrappunto linguistico alla sua figurazione. Tra il 1948 e il 1950 scrive e illustra tre sorprendenti libri: Ler dla campane, stampato con mezzi di fortuna e su carta da giornale; Anvouaiaje par in ninbesil avec de zimaje dove gli omuncoli che popolano paesaggi inospitali sono un'anticipazione stilistica degli Assemblages del 1953; Labonfam abeber par inbo nom, pubblicato nel 1950, è un ''Kama Sutra'' alla Dubuffet.
Sono inoltre esposti alcuni elementi - scenografie, costumi - dello spettacolo Coucou Bazar, opera d'arte totale che contempla pittura, scultura, teatro, danza e musica, alla quale Dubuffet lavora dal 1971 al 1973 e che verrà realizzata anche a Torino nel 1978, in collaborazione con la FIAT.
La Fondazione Palazzo Magnani conferma l'attenzione verso le persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito dalla tridimensionalizzazione di alcune opere di Jean Dubuffet e da soluzioni idonee alla fruizione dei visitatori secondo modalità facilitate, nella consapevolezza che l'arte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone.
Catalogo Skira. JEAN DUBUFFET. L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985 Reggio Emilia, Palazzo Magnani (Corso Garibaldi 29) Fino 3 marzo 2019 Informazioni: tel. 0522 444 446; info@palazzomagnani.it; www.palazzomagnani.it
Il più bel CALENDARIO DELL'AVVENTO ce lo propone CLARINS
In attesa del Natale sboccia la bellezza Clarins! Con una pioggia di petali, la quarta edizione del Calendario dell'Avvento rende questo periodo ancora più magico e bello. ... CONTINUA
Il NATALE diI BOTTEGA VERDE: un sogno ad occhi aperti
Potrai scegliere fra più di 100 idee regalo e 4 nuove Linee in edizione limitata Si accende la magia del Natale 2018 di Bottega Verde con oltre 100 idee regalo proposte in una originale varietà di confezioni, colori, tipologie e prezzi. ... CONTINUA
Con Gattinoni ad Antigua: Jumby Bay Island svela il nuovo volto
La splendida isola privata a pochi minuti di barca dalle coste di Antigua ha aperto i battenti dopo una suprema trasformazione
A Mendrisio la mostra Swiss Architectural Award 2018
Fino al 23 dicembre nell'Auditorio del Teatro dell'architettura Mendrisio la mostra che documenta l'esito della sesta edizione del premio internazionale di architettura
VOLETE SOGNARE? Ecco cosa ci propone CHANEL per la prossima primavera-estate 2019
Su ispirazione di Karl Lagerfeld la collezione è stata presentata in un idilliaco decoro balneare al Grand Palais de Paris.
Godetevi la sfilata e buona visione!
Paola Luchetti 15 Novembre 2018
LA NUOVA ABSOLUE DI LANCOME
Un picco di rigenerazione per la pelle
Nel 2018 Lancôme, grazie alla sua profonda conoscenza delle donne, reinventa la sua gamma più lussuosa, Absolue, che con il suo ingrediente attivo straordinario, la sua texture trasformativa, propone una nuova definizione del trattamento premium.
E' l'appartenere a qualcosa che ci rende liberi Da più di 80 anni, il nome Ray-Ban identifica il brand più iconico nel mondo dell'eyewear.
Una lunga storia che, attraversando i decenni e le tendenze, racconta delle persone che scelgono i suoi prodotti. Ray-Ban significa vedere e farsi vedere, affermare la propria personalità e dettare chi siamo, invece di lasciarselo dire dagli altri. Ma, soprattutto, significa condividere la propria natura con le persone che la comprendono. È senso di appartenenza, senza conformismo.
Apre il primo TEMPORARY BEAUTY STORE firmato LUXURY LAB COSMETICS
I brand più esclusivi della cosmesi, nel cuore di Milano Dal 15 al 30 novembre, presso il nuovo Luxury Lab Cosmetics -The Beauty Store, due settimane dedicate alla scoperta, acquisto e testing di anteprime, promo, kit e novità firmate Natura Bissé, AHAVA, REN Clean Skicare, The Organic Pharmacy, 100BON, mi-rê e PROCEANIS.... CONTINUA
YSL BEAUTÉ presenta il suo primo HOLIDAY LOOK
Gold Attraction
Creato dall'inimitabile Tom Pecheux, la collezione presenta un insieme di colori metallici scintillanti che illumina il volto con un dinamismo sofisticato e luccicante ... CONTINUA
Alla Fondazione Ferrero ''Dal nulla al sogno''
Fino al 25 febbraio la mostra ''Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen'' alla Fondazione Ferrero ad Alba
Lancôme x Proenza Schouler un incontro di stili, due marche che condividono una visione di femminilità... CONTINUA
Il più bel CALENDARIO DELL'AVVENTO ce lo propone CLARINS
In attesa del Natale sboccia la bellezza Clarins! Con una pioggia di petali, la quarta edizione del Calendario dell'Avvento rende questo periodo ancora più magico e bello. ... CONTINUA
Il NATALE diI BOTTEGA VERDE: un sogno ad occhi aperti
Potrai scegliere fra più di 100 idee regalo e 4 nuove Linee in edizione limitata Si accende la magia del Natale 2018 di Bottega Verde con oltre 100 idee regalo proposte in una originale varietà di confezioni, colori, tipologie e prezzi. ... CONTINUA
Con Gattinoni ad Antigua: Jumby Bay Island svela il nuovo volto
La splendida isola privata a pochi minuti di barca dalle coste di Antigua ha aperto i battenti dopo una suprema trasformazione
A Mendrisio la mostra Swiss Architectural Award 2018
Fino al 23 dicembre nell'Auditorio del Teatro dell'architettura Mendrisio la mostra che documenta l'esito della sesta edizione del premio internazionale di architettura
VOLETE SOGNARE? Ecco cosa ci propone CHANEL per la prossima primavera-estate 2019
Su ispirazione di Karl Lagerfeld la collezione è stata presentata in un idilliaco decoro balneare al Grand Palais de Paris.
Godetevi la sfilata e buona visione!
Paola Luchetti 15 Novembre 2018
LA NUOVA ABSOLUE DI LANCOME
Un picco di rigenerazione per la pelle
Nel 2018 Lancôme, grazie alla sua profonda conoscenza delle donne, reinventa la sua gamma più lussuosa, Absolue, che con il suo ingrediente attivo straordinario, la sua texture trasformativa, propone una nuova definizione del trattamento premium.
E' l'appartenere a qualcosa che ci rende liberi Da più di 80 anni, il nome Ray-Ban identifica il brand più iconico nel mondo dell'eyewear.
Una lunga storia che, attraversando i decenni e le tendenze, racconta delle persone che scelgono i suoi prodotti. Ray-Ban significa vedere e farsi vedere, affermare la propria personalità e dettare chi siamo, invece di lasciarselo dire dagli altri. Ma, soprattutto, significa condividere la propria natura con le persone che la comprendono. È senso di appartenenza, senza conformismo.
Il più bel CALENDARIO DELL'AVVENTO ce lo propone CLARINS
In attesa del Natale sboccia la bellezza Clarins! Con una pioggia di petali, la quarta edizione del Calendario dell'Avvento rende questo periodo ancora più magico e bello. ... CONTINUA
Il NATALE diI BOTTEGA VERDE: un sogno ad occhi aperti
Potrai scegliere fra più di 100 idee regalo e 4 nuove Linee in edizione limitata Si accende la magia del Natale 2018 di Bottega Verde con oltre 100 idee regalo proposte in una originale varietà di confezioni, colori, tipologie e prezzi. ... CONTINUA
Con Gattinoni ad Antigua: Jumby Bay Island svela il nuovo volto
La splendida isola privata a pochi minuti di barca dalle coste di Antigua ha aperto i battenti dopo una suprema trasformazione
A Mendrisio la mostra Swiss Architectural Award 2018
Fino al 23 dicembre nell'Auditorio del Teatro dell'architettura Mendrisio la mostra che documenta l'esito della sesta edizione del premio internazionale di architettura
VOLETE SOGNARE? Ecco cosa ci propone CHANEL per la prossima primavera-estate 2019
Su ispirazione di Karl Lagerfeld la collezione è stata presentata in un idilliaco decoro balneare al Grand Palais de Paris.
Godetevi la sfilata e buona visione!
Paola Luchetti 15 Novembre 2018
LA NUOVA ABSOLUE DI LANCOME
Un picco di rigenerazione per la pelle
Nel 2018 Lancôme, grazie alla sua profonda conoscenza delle donne, reinventa la sua gamma più lussuosa, Absolue, che con il suo ingrediente attivo straordinario, la sua texture trasformativa, propone una nuova definizione del trattamento premium.
E' l'appartenere a qualcosa che ci rende liberi Da più di 80 anni, il nome Ray-Ban identifica il brand più iconico nel mondo dell'eyewear.
Una lunga storia che, attraversando i decenni e le tendenze, racconta delle persone che scelgono i suoi prodotti. Ray-Ban significa vedere e farsi vedere, affermare la propria personalità e dettare chi siamo, invece di lasciarselo dire dagli altri. Ma, soprattutto, significa condividere la propria natura con le persone che la comprendono. È senso di appartenenza, senza conformismo.
Apre il primo TEMPORARY BEAUTY STORE firmato LUXURY LAB COSMETICS
I brand più esclusivi della cosmesi, nel cuore di Milano Dal 15 al 30 novembre, presso il nuovo Luxury Lab Cosmetics -The Beauty Store, due settimane dedicate alla scoperta, acquisto e testing di anteprime, promo, kit e novità firmate Natura Bissé, AHAVA, REN Clean Skicare, The Organic Pharmacy, 100BON, mi-rê e PROCEANIS.... CONTINUA
YSL BEAUTÉ presenta il suo primo HOLIDAY LOOK
Gold Attraction
Creato dall'inimitabile Tom Pecheux, la collezione presenta un insieme di colori metallici scintillanti che illumina il volto con un dinamismo sofisticato e luccicante ... CONTINUA
Alla Fondazione Ferrero ''Dal nulla al sogno''
Fino al 25 febbraio la mostra ''Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen'' alla Fondazione Ferrero ad Alba