Il Museo delle Culture di Milano, apre le sue porte a uno dei protagonisti della scena artistica americana e mondiale degli anni '80, considerato uno degli artisti più noti dei nostri tempi: Jean?Michel Basquiat.
Franca D.Scotti
La mostra s'inserisce nel percorso culturale che mette in relazione le collezioni etnografiche del Museo e la cosiddetta ''arte primitiva'' con i principali movimenti artistici del XIX e del XX. Jean?Michel Basquiat è stato uno dei protagonisti del secolo che abbiamo appena lasciato; la sua vita e la sua opera riescono a trasmetterci la profonda contraddizione degli anni in cui ha vissuto e l'estrema fragilità della condizione umana. Jean?Michel Basquiat, al MUDEC, fino al 26 febbraio 2017, è curata da Jeffrey Deitch, amico dell'artista, critico, curatore ed ex direttore del MOCA di Los Angeles, da Gianni Mercurio, curatore e saggista, e promossa dal Comune di Milano?Cultura e da 24 ORE Cultura che ne è anche il produttore.
Il percorso della mostra è pensato con due chiavi di lettura: quello geografico legato ai luoghi che hanno segnato il percorso artistico di Basquiat e quello cronologico.
I visitatori potranno attraversare la vita, le gioie e le insicurezze di questo giovane artista: un uomo pieno di talento, perso nelle proprie fragilità e in una società che lo acclamava come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle. L'esposizione presenta circa 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987 e accosta opere di grandi dimensioni, disegni, foto, collaborazioni con l'amico Andy Warhol e una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi e artisti di ogni epoca: opere caratterizzate dall'uso di materiali poveri e da un segno grafico inconfondibile, pieno di rabbia, provenienti in larga parte della collezione di Yosef Mugrabi, a cui si aggiungono opere da altri prestatori privati.
Alcuni dei temi ricorrenti nell'opera di Basquiat come la musica, il jazz, i fumetti, l'anatomia ma anche la poesia e la scrittura saranno il fil rouge che guiderà il visitatore tra differenze sociali e razziali, emarginazione e diffidenza verso il diverso: elementi che ieri come oggi caratterizzano la società.
La mostra ''Jean?Michel Basquiat'' sarà anche l'occasione per approfondire la conoscenza dell'artista e il periodo in cui ha vissuto attraverso una serie di eventi, concerti, proiezioni, conferenze. Il calendario disponibile sul sito del museo http://www.mudec.it, prevede la proiezione di 4 lungometraggi in lingua originale e 3 incontri dedicati a Jean?Michel Basquiat, in collaborazione con il Consolato USA a Milano e l'Università IULM: Infine JAZZIMI, il festival diffuso che si terrà a Milano dal 4 al 15 novembre 2016, ha ideato una speciale rassegna, dal titolo JAZZ & BASQUIAT: primo appuntamento il talk di Arto Lindsay condotto da Carlo Antonelli (venerdì 4 novembre ore 18), momento in cui l'artista brasiliano racconta il suo incontro con Jean? Michel Basquiat, a cui seguiranno i concerti di Luigi Ranghino (sabato 5 novembre ore 19), The Dynamic Trio by Marco De Gennaro (giovedì 10 novembre ore 19) e Seby Burgio (domenica 13 novembre ore 18). LE SEZIONI DELLA MOSTRA Lo studio in strada, 1980?81 Jean?Michel Basquiat divenne famoso anzitutto per gli enigmatici graffiti firmati SAMO, che cominciarono ad apparire nelle strade di SoHo e del Lower East Side di New York nel 1977. Non erano semplici graffiti: erano opere di autentica poesia. Modena, 1981 La prima esposizione personale di Basquiat fu organizzata in Italia nel maggio 1981, a Modena, dal gallerista Emilio Mazzoli. Basquiat presentò la mostra non con il proprio nome, ma con l'acronimo SAMO, che dopo Modena non avrebbe più usato in quanto lo inquadrava ancora come rappresentante della nuova scena graffitista. Lo studio di Prince Street, 1981?82 Molti dei lavori più iconici di Basquiat furono dipinti nel seminterrato della galleria di Annina Nosei in Prince Street, a SoHo. In occasione della preparazione della personale di Basquiat che si sarebbe svolta presso la sua galleria nel 1982, Nosei invitò l'artista a usare il seminterrato come suo primo studio vero e proprio. Lo studio di Crosby Street, 1982?83 Annina Nosei aiutò Basquiat a trovare un loft al primo piano del n. 151 di Crosby Street, a pochi isolati di distanza dalla galleria, dove potesse lavorare senza distrazioni. Basquiat lavorava spesso con il televisore acceso e sintonizzato su programmi di cartoni animati; il movimento delle figure lo ispirava, diversamente da altri artisti, abituati a ritrarre modelli dal vivo. Il periodo che Basquiat trascorse nello studio di Crosby Street fu uno dei più proficui. Lo studio di Great Jones Street, 1984?88 L'importante amicizia e collaborazione di Basquiat con Andy Warhol spinse quest'ultimo ad affittargli un'antica rimessa per carrozze in Great Jones Street, nel quartiere di NoHo. Collaboration Paintings, 1984?85 Il gallerista di Basquiat, Bruno Bischofberger, propose a Basquiat, Francesco Clemente e Andy Warhol di realizzare una serie di dipinti in collaborazione.
MUDEC (Via Tortona, 56) fino al 26 febbraio 2017. INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI www.ticket24ore.it | Tel. +39 0254917
Il Museo delle Culture di Milano, apre le sue porte a uno dei protagonisti della scena artistica americana e mondiale degli anni '80, considerato uno degli artisti più noti dei nostri tempi: Jean?Michel Basquiat.
Franca D.Scotti
La mostra s'inserisce nel percorso culturale che mette in relazione le collezioni etnografiche del Museo e la cosiddetta ''arte primitiva'' con i principali movimenti artistici del XIX e del XX. Jean?Michel Basquiat è stato uno dei protagonisti del secolo che abbiamo appena lasciato; la sua vita e la sua opera riescono a trasmetterci la profonda contraddizione degli anni in cui ha vissuto e l'estrema fragilità della condizione umana. Jean?Michel Basquiat, al MUDEC, fino al 26 febbraio 2017, è curata da Jeffrey Deitch, amico dell'artista, critico, curatore ed ex direttore del MOCA di Los Angeles, da Gianni Mercurio, curatore e saggista, e promossa dal Comune di Milano?Cultura e da 24 ORE Cultura che ne è anche il produttore.
Il percorso della mostra è pensato con due chiavi di lettura: quello geografico legato ai luoghi che hanno segnato il percorso artistico di Basquiat e quello cronologico.
I visitatori potranno attraversare la vita, le gioie e le insicurezze di questo giovane artista: un uomo pieno di talento, perso nelle proprie fragilità e in una società che lo acclamava come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle. L'esposizione presenta circa 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987 e accosta opere di grandi dimensioni, disegni, foto, collaborazioni con l'amico Andy Warhol e una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi e artisti di ogni epoca: opere caratterizzate dall'uso di materiali poveri e da un segno grafico inconfondibile, pieno di rabbia, provenienti in larga parte della collezione di Yosef Mugrabi, a cui si aggiungono opere da altri prestatori privati.
Alcuni dei temi ricorrenti nell'opera di Basquiat come la musica, il jazz, i fumetti, l'anatomia ma anche la poesia e la scrittura saranno il fil rouge che guiderà il visitatore tra differenze sociali e razziali, emarginazione e diffidenza verso il diverso: elementi che ieri come oggi caratterizzano la società.
La mostra ''Jean?Michel Basquiat'' sarà anche l'occasione per approfondire la conoscenza dell'artista e il periodo in cui ha vissuto attraverso una serie di eventi, concerti, proiezioni, conferenze. Il calendario disponibile sul sito del museo http://www.mudec.it, prevede la proiezione di 4 lungometraggi in lingua originale e 3 incontri dedicati a Jean?Michel Basquiat, in collaborazione con il Consolato USA a Milano e l'Università IULM: Infine JAZZIMI, il festival diffuso che si terrà a Milano dal 4 al 15 novembre 2016, ha ideato una speciale rassegna, dal titolo JAZZ & BASQUIAT: primo appuntamento il talk di Arto Lindsay condotto da Carlo Antonelli (venerdì 4 novembre ore 18), momento in cui l'artista brasiliano racconta il suo incontro con Jean? Michel Basquiat, a cui seguiranno i concerti di Luigi Ranghino (sabato 5 novembre ore 19), The Dynamic Trio by Marco De Gennaro (giovedì 10 novembre ore 19) e Seby Burgio (domenica 13 novembre ore 18). LE SEZIONI DELLA MOSTRA Lo studio in strada, 1980?81 Jean?Michel Basquiat divenne famoso anzitutto per gli enigmatici graffiti firmati SAMO, che cominciarono ad apparire nelle strade di SoHo e del Lower East Side di New York nel 1977. Non erano semplici graffiti: erano opere di autentica poesia. Modena, 1981 La prima esposizione personale di Basquiat fu organizzata in Italia nel maggio 1981, a Modena, dal gallerista Emilio Mazzoli. Basquiat presentò la mostra non con il proprio nome, ma con l'acronimo SAMO, che dopo Modena non avrebbe più usato in quanto lo inquadrava ancora come rappresentante della nuova scena graffitista. Lo studio di Prince Street, 1981?82 Molti dei lavori più iconici di Basquiat furono dipinti nel seminterrato della galleria di Annina Nosei in Prince Street, a SoHo. In occasione della preparazione della personale di Basquiat che si sarebbe svolta presso la sua galleria nel 1982, Nosei invitò l'artista a usare il seminterrato come suo primo studio vero e proprio. Lo studio di Crosby Street, 1982?83 Annina Nosei aiutò Basquiat a trovare un loft al primo piano del n. 151 di Crosby Street, a pochi isolati di distanza dalla galleria, dove potesse lavorare senza distrazioni. Basquiat lavorava spesso con il televisore acceso e sintonizzato su programmi di cartoni animati; il movimento delle figure lo ispirava, diversamente da altri artisti, abituati a ritrarre modelli dal vivo. Il periodo che Basquiat trascorse nello studio di Crosby Street fu uno dei più proficui. Lo studio di Great Jones Street, 1984?88 L'importante amicizia e collaborazione di Basquiat con Andy Warhol spinse quest'ultimo ad affittargli un'antica rimessa per carrozze in Great Jones Street, nel quartiere di NoHo. Collaboration Paintings, 1984?85 Il gallerista di Basquiat, Bruno Bischofberger, propose a Basquiat, Francesco Clemente e Andy Warhol di realizzare una serie di dipinti in collaborazione.
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Il Museo delle Culture di Milano, apre le sue porte a uno dei protagonisti della scena artistica americana e mondiale degli anni '80, considerato uno degli artisti più noti dei nostri tempi: Jean?Michel Basquiat.
Franca D.Scotti
La mostra s'inserisce nel percorso culturale che mette in relazione le collezioni etnografiche del Museo e la cosiddetta ''arte primitiva'' con i principali movimenti artistici del XIX e del XX. Jean?Michel Basquiat è stato uno dei protagonisti del secolo che abbiamo appena lasciato; la sua vita e la sua opera riescono a trasmetterci la profonda contraddizione degli anni in cui ha vissuto e l'estrema fragilità della condizione umana. Jean?Michel Basquiat, al MUDEC, fino al 26 febbraio 2017, è curata da Jeffrey Deitch, amico dell'artista, critico, curatore ed ex direttore del MOCA di Los Angeles, da Gianni Mercurio, curatore e saggista, e promossa dal Comune di Milano?Cultura e da 24 ORE Cultura che ne è anche il produttore.
Il percorso della mostra è pensato con due chiavi di lettura: quello geografico legato ai luoghi che hanno segnato il percorso artistico di Basquiat e quello cronologico.
I visitatori potranno attraversare la vita, le gioie e le insicurezze di questo giovane artista: un uomo pieno di talento, perso nelle proprie fragilità e in una società che lo acclamava come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle. L'esposizione presenta circa 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987 e accosta opere di grandi dimensioni, disegni, foto, collaborazioni con l'amico Andy Warhol e una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi e artisti di ogni epoca: opere caratterizzate dall'uso di materiali poveri e da un segno grafico inconfondibile, pieno di rabbia, provenienti in larga parte della collezione di Yosef Mugrabi, a cui si aggiungono opere da altri prestatori privati.
Alcuni dei temi ricorrenti nell'opera di Basquiat come la musica, il jazz, i fumetti, l'anatomia ma anche la poesia e la scrittura saranno il fil rouge che guiderà il visitatore tra differenze sociali e razziali, emarginazione e diffidenza verso il diverso: elementi che ieri come oggi caratterizzano la società.
La mostra ''Jean?Michel Basquiat'' sarà anche l'occasione per approfondire la conoscenza dell'artista e il periodo in cui ha vissuto attraverso una serie di eventi, concerti, proiezioni, conferenze. Il calendario disponibile sul sito del museo http://www.mudec.it, prevede la proiezione di 4 lungometraggi in lingua originale e 3 incontri dedicati a Jean?Michel Basquiat, in collaborazione con il Consolato USA a Milano e l'Università IULM: Infine JAZZIMI, il festival diffuso che si terrà a Milano dal 4 al 15 novembre 2016, ha ideato una speciale rassegna, dal titolo JAZZ & BASQUIAT: primo appuntamento il talk di Arto Lindsay condotto da Carlo Antonelli (venerdì 4 novembre ore 18), momento in cui l'artista brasiliano racconta il suo incontro con Jean? Michel Basquiat, a cui seguiranno i concerti di Luigi Ranghino (sabato 5 novembre ore 19), The Dynamic Trio by Marco De Gennaro (giovedì 10 novembre ore 19) e Seby Burgio (domenica 13 novembre ore 18). LE SEZIONI DELLA MOSTRA Lo studio in strada, 1980?81 Jean?Michel Basquiat divenne famoso anzitutto per gli enigmatici graffiti firmati SAMO, che cominciarono ad apparire nelle strade di SoHo e del Lower East Side di New York nel 1977. Non erano semplici graffiti: erano opere di autentica poesia. Modena, 1981 La prima esposizione personale di Basquiat fu organizzata in Italia nel maggio 1981, a Modena, dal gallerista Emilio Mazzoli. Basquiat presentò la mostra non con il proprio nome, ma con l'acronimo SAMO, che dopo Modena non avrebbe più usato in quanto lo inquadrava ancora come rappresentante della nuova scena graffitista. Lo studio di Prince Street, 1981?82 Molti dei lavori più iconici di Basquiat furono dipinti nel seminterrato della galleria di Annina Nosei in Prince Street, a SoHo. In occasione della preparazione della personale di Basquiat che si sarebbe svolta presso la sua galleria nel 1982, Nosei invitò l'artista a usare il seminterrato come suo primo studio vero e proprio. Lo studio di Crosby Street, 1982?83 Annina Nosei aiutò Basquiat a trovare un loft al primo piano del n. 151 di Crosby Street, a pochi isolati di distanza dalla galleria, dove potesse lavorare senza distrazioni. Basquiat lavorava spesso con il televisore acceso e sintonizzato su programmi di cartoni animati; il movimento delle figure lo ispirava, diversamente da altri artisti, abituati a ritrarre modelli dal vivo. Il periodo che Basquiat trascorse nello studio di Crosby Street fu uno dei più proficui. Lo studio di Great Jones Street, 1984?88 L'importante amicizia e collaborazione di Basquiat con Andy Warhol spinse quest'ultimo ad affittargli un'antica rimessa per carrozze in Great Jones Street, nel quartiere di NoHo. Collaboration Paintings, 1984?85 Il gallerista di Basquiat, Bruno Bischofberger, propose a Basquiat, Francesco Clemente e Andy Warhol di realizzare una serie di dipinti in collaborazione.
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