HOME

FASHION

BEAUTY

TRAVEL

DESIGN

FOOD

NEWS

ARCHIVE

CHI SIAMO



HOME

FASHION

BEAUTY

TRAVEL

DESIGN

FOOD

ARCHIVE

CHI SIAMO


A new online Magazine of the most famous International Brands and Italian-Lifestyle Testimonials




HOME

CHIUDI ...

Al Vitra Design Museum: Victor Papanek: The Politics of Design





Con «Victor Papanek: The Politics of Design» il Vitra Design Museum presenta fino al 10 marzo 2019 la prima grande retrospettiva dedicata al designer, autore e attivista Victor J. Papanek (1923-1998).

Franca D. Scotti



A partire dagli anni '60 Papanek fu uno dei maggiori precursori di un approccio al design orientato ad aspetti sociali ed ecologici.

La sua opera chiave «Design for the Real World» (1971) è ancora oggi considerata il libro sul design più letto che sia mai stato pubblicato. Qui Papanek sostiene l'inclusione, la giustizia sociale e la sostenibilità - temi più che mai attuali per il design contemporaneo. La mostra espone lavori di straordinario valore come disegni, oggetti, filmati, manoscritti e stampe in parte mai presentati prima al pubblico. Integrano l'esposizione opere di designer degli anni '60 e '80 contemporanei a Papanek, fra cui quelle di George Nelson, Richard Buckminster Fuller, Marshall McLuhan e dell'iniziativa di design radicale «Global Tools». Opere contemporanee provenienti dall'ambito del Critical Design e del Social Design mostrano inoltre quale influenza Papanek continui ad avere sul design di oggi.



Nel 1939 Victor Papanek riuscì a sfuggire alle persecuzioni dei nazionalsocialisti dalla sua città natale Vienna e ad emigrare negli Stati Uniti.
Dopo aver intrapreso la classica carriera del designer industriale, negli anni '60 Papanek sviluppò quell'atteggiamento critico nei confronti del consumismo che lo rese famoso a livello internazionale.
Tale atteggiamento si rispecchiò anche in progetti che egli spesso sviluppava con studenti o collaboratori, quali televisori e radio per i paesi africani, vetture elettriche, ma anche l'oggetto «Fingermajig» atto a stimolare il senso del tatto (1965-1970)
o la serie «Living Cubes» (1973), mobili che l'utente poteva montare da sé arredando l'ambiente a seconda delle proprie esigenze.

La vera importanza di Papanek, tuttavia, risiede nel suo lavoro di autore e mediatore per una nuova concezione critica del design. Nel corso della sua vita Papanek insegnò nelle università di tutto il mondo e ispirò generazioni di studenti. Egli si spese instancabilmente al fine di diffondere un dibattito sul design che fosse il più ampio possibile a livello sociale. A partire dal 1961, per esempio, moderò una serie televisiva dedicata al design che fu trasmessa in tutti gli Stati Uniti.
Oltre che dall'opera principale «Design for the Real World», finora tradotta in più di venti lingue, la reputazione di Papanek come pioniere del design alternativo fu consolidata anche da altre pubblicazioni fra cui «How Things Don't Work» (1977) o «Design for Human Scale» (1983). In esse Papanek critica, con sguardo acuto e umoristico, la fede cieca nel consumismo e trasferisce molte delle idee della generazione del '68 a questioni pratiche per la vita quotidiana di molte persone.


L'esposizione «Victor Papanek: The Politics of Design» è suddivisa in quattro aree che presentano in modo esauriente la vita e l'opera di Papanek. Una grande istallazione mediatica introduttiva mostra le tesi di Papanek nel contesto della sua epoca. Segue una panoramica biografica che ripercorre la vita di Papanek dalla fuga dall'Europa fino al successo internazionale. Per la prima volta si è potuto far ricorso al lascito di Papanek che oggi si trova nella Victor J. Papanek Foundation all'Università di arti applicate di Vienna e che raccoglie molti documenti mai mostrati prima al pubblico. Ne fanno parte taccuini, lettere, mobili, oggetti della collezione etnologica di Papanek così come migliaia di diapositive utilizzate da Papanek durante le sue conferenze.

In altre due aree espositive vengono approfonditi i temi principali del lavoro di Papanek. Questi comprendono sia la sua critica fondamentale al consumismo e la preoccupazione per le minoranze sociali che il suo impegno per gli interessi di ciò che allora era definito «Terzo Mondo», per l'ecologia e la sostenibilità così come per la cultura del «fare», vale a dire della creazione e produzione con mezzi propri che prende spunto dal movimento «Do it Yourself» degli anni '60. Qui si può ammirare una grande quantità di disegni di Papanek, dei suoi studenti e di altri collaboratori, per esempio quelli della designer danese Susanne Koefoed che nel 1968 sviluppò, in veste di studentessa di Papanek, il primo simbolo internazionale di accessibilità (International Symbol of Access).



L'esposizione è integrata da 20 opere contemporanee accuratamente selezionate che trasportano le tesi di Papanek nel XXI secolo. Le opere sono state realizzate, tra gli altri, da Catherine Sarah Young, Forensic Architecture, Jim Chuchu, Tomás Saraceno, Gabriel Ann Maher e dal collettivo brasiliano Flui Coletivo e Questtonó. Anche queste opere affrontano temi complessi come il cambiamento climatico globale, l'identità di genere fluida, il nostro comportamento consumistico o la realtà economica dei movimenti migratori e dimostrano così quanto continuino ad essere importanti le questioni che Papanek si pose già negli anni '60. Allo stesso tempo, le opere esposte superano il mondo bianco, dominato dal maschio occidentale a cui Victor Papanek rimase legato nonostante tutti i suoi sforzi.
«Victor Papanek: The Politics of Design» è dunque sia una retrospettiva che un'esposizione a tema. Tramite la figura di Victor Papanek ci si avvicina ad un argomento molto più ampio, vale a dire all'importanza del design come strumento politico. Quello che infatti all'epoca di Papanek era considerato rivoluzionario, è oggi un dato di fatto: il design non è solo un processo veicolante la forma, è uno strumento di cambiamento politico e deve essere impiegato tenendo conto degli aspetti etico-sociali. Non a caso i dibattiti odierni su temi quali il Social Design o il Design Thinking si rifanno alle tesi di Papanek con massima naturalezza. La mostra vuole presentare Papanek nel suo ruolo di precursore di questi dibattiti - e come uno dei grandi pensatori del design - e riscoprirlo per il pubblico del XXI secolo. Contemporaneamente analizza se quel design socialmente impegnato così fortemente voluto da Papanek può effettivamente cambiare il mondo moderno e renderlo migliore.
La mostra nasce dalla collaborazione con il Barcelona Design Museum e la Victor J. Papanek Foundation all'Università di arti applicate di Vienna ed è finanziata dalla Kulturstiftung des Bundes.


Ottobre 2018

CHIUDI ...

CHIUDI ...

Al Vitra Design Museum: Victor Papanek: The Politics of Design





Con «Victor Papanek: The Politics of Design» il Vitra Design Museum presenta fino al 10 marzo 2019 la prima grande retrospettiva dedicata al designer, autore e attivista Victor J. Papanek (1923-1998).

Franca D. Scotti



A partire dagli anni '60 Papanek fu uno dei maggiori precursori di un approccio al design orientato ad aspetti sociali ed ecologici.

La sua opera chiave «Design for the Real World» (1971) è ancora oggi considerata il libro sul design più letto che sia mai stato pubblicato. Qui Papanek sostiene l'inclusione, la giustizia sociale e la sostenibilità - temi più che mai attuali per il design contemporaneo. La mostra espone lavori di straordinario valore come disegni, oggetti, filmati, manoscritti e stampe in parte mai presentati prima al pubblico. Integrano l'esposizione opere di designer degli anni '60 e '80 contemporanei a Papanek, fra cui quelle di George Nelson, Richard Buckminster Fuller, Marshall McLuhan e dell'iniziativa di design radicale «Global Tools». Opere contemporanee provenienti dall'ambito del Critical Design e del Social Design mostrano inoltre quale influenza Papanek continui ad avere sul design di oggi.



Nel 1939 Victor Papanek riuscì a sfuggire alle persecuzioni dei nazionalsocialisti dalla sua città natale Vienna e ad emigrare negli Stati Uniti.
Dopo aver intrapreso la classica carriera del designer industriale, negli anni '60 Papanek sviluppò quell'atteggiamento critico nei confronti del consumismo che lo rese famoso a livello internazionale.
Tale atteggiamento si rispecchiò anche in progetti che egli spesso sviluppava con studenti o collaboratori, quali televisori e radio per i paesi africani, vetture elettriche, ma anche l'oggetto «Fingermajig» atto a stimolare il senso del tatto (1965-1970)
o la serie «Living Cubes» (1973), mobili che l'utente poteva montare da sé arredando l'ambiente a seconda delle proprie esigenze.

La vera importanza di Papanek, tuttavia, risiede nel suo lavoro di autore e mediatore per una nuova concezione critica del design. Nel corso della sua vita Papanek insegnò nelle università di tutto il mondo e ispirò generazioni di studenti. Egli si spese instancabilmente al fine di diffondere un dibattito sul design che fosse il più ampio possibile a livello sociale. A partire dal 1961, per esempio, moderò una serie televisiva dedicata al design che fu trasmessa in tutti gli Stati Uniti.
Oltre che dall'opera principale «Design for the Real World», finora tradotta in più di venti lingue, la reputazione di Papanek come pioniere del design alternativo fu consolidata anche da altre pubblicazioni fra cui «How Things Don't Work» (1977) o «Design for Human Scale» (1983). In esse Papanek critica, con sguardo acuto e umoristico, la fede cieca nel consumismo e trasferisce molte delle idee della generazione del '68 a questioni pratiche per la vita quotidiana di molte persone.


L'esposizione «Victor Papanek: The Politics of Design» è suddivisa in quattro aree che presentano in modo esauriente la vita e l'opera di Papanek. Una grande istallazione mediatica introduttiva mostra le tesi di Papanek nel contesto della sua epoca. Segue una panoramica biografica che ripercorre la vita di Papanek dalla fuga dall'Europa fino al successo internazionale. Per la prima volta si è potuto far ricorso al lascito di Papanek che oggi si trova nella Victor J. Papanek Foundation all'Università di arti applicate di Vienna e che raccoglie molti documenti mai mostrati prima al pubblico. Ne fanno parte taccuini, lettere, mobili, oggetti della collezione etnologica di Papanek così come migliaia di diapositive utilizzate da Papanek durante le sue conferenze.

In altre due aree espositive vengono approfonditi i temi principali del lavoro di Papanek. Questi comprendono sia la sua critica fondamentale al consumismo e la preoccupazione per le minoranze sociali che il suo impegno per gli interessi di ciò che allora era definito «Terzo Mondo», per l'ecologia e la sostenibilità così come per la cultura del «fare», vale a dire della creazione e produzione con mezzi propri che prende spunto dal movimento «Do it Yourself» degli anni '60. Qui si può ammirare una grande quantità di disegni di Papanek, dei suoi studenti e di altri collaboratori, per esempio quelli della designer danese Susanne Koefoed che nel 1968 sviluppò, in veste di studentessa di Papanek, il primo simbolo internazionale di accessibilità (International Symbol of Access).



L'esposizione è integrata da 20 opere contemporanee accuratamente selezionate che trasportano le tesi di Papanek nel XXI secolo. Le opere sono state realizzate, tra gli altri, da Catherine Sarah Young, Forensic Architecture, Jim Chuchu, Tomás Saraceno, Gabriel Ann Maher e dal collettivo brasiliano Flui Coletivo e Questtonó. Anche queste opere affrontano temi complessi come il cambiamento climatico globale, l'identità di genere fluida, il nostro comportamento consumistico o la realtà economica dei movimenti migratori e dimostrano così quanto continuino ad essere importanti le questioni che Papanek si pose già negli anni '60. Allo stesso tempo, le opere esposte superano il mondo bianco, dominato dal maschio occidentale a cui Victor Papanek rimase legato nonostante tutti i suoi sforzi.
«Victor Papanek: The Politics of Design» è dunque sia una retrospettiva che un'esposizione a tema. Tramite la figura di Victor Papanek ci si avvicina ad un argomento molto più ampio, vale a dire all'importanza del design come strumento politico. Quello che infatti all'epoca di Papanek era considerato rivoluzionario, è oggi un dato di fatto: il design non è solo un processo veicolante la forma, è uno strumento di cambiamento politico e deve essere impiegato tenendo conto degli aspetti etico-sociali. Non a caso i dibattiti odierni su temi quali il Social Design o il Design Thinking si rifanno alle tesi di Papanek con massima naturalezza. La mostra vuole presentare Papanek nel suo ruolo di precursore di questi dibattiti - e come uno dei grandi pensatori del design - e riscoprirlo per il pubblico del XXI secolo. Contemporaneamente analizza se quel design socialmente impegnato così fortemente voluto da Papanek può effettivamente cambiare il mondo moderno e renderlo migliore.
La mostra nasce dalla collaborazione con il Barcelona Design Museum e la Victor J. Papanek Foundation all'Università di arti applicate di Vienna ed è finanziata dalla Kulturstiftung des Bundes.


Ottobre 2018

CHIUDI ...

CHIUDI ...

Al Vitra Design Museum: Victor Papanek: The Politics of Design





Con «Victor Papanek: The Politics of Design» il Vitra Design Museum presenta fino al 10 marzo 2019 la prima grande retrospettiva dedicata al designer, autore e attivista Victor J. Papanek (1923-1998).

Franca D. Scotti



A partire dagli anni '60 Papanek fu uno dei maggiori precursori di un approccio al design orientato ad aspetti sociali ed ecologici.

La sua opera chiave «Design for the Real World» (1971) è ancora oggi considerata il libro sul design più letto che sia mai stato pubblicato. Qui Papanek sostiene l'inclusione, la giustizia sociale e la sostenibilità - temi più che mai attuali per il design contemporaneo. La mostra espone lavori di straordinario valore come disegni, oggetti, filmati, manoscritti e stampe in parte mai presentati prima al pubblico. Integrano l'esposizione opere di designer degli anni '60 e '80 contemporanei a Papanek, fra cui quelle di George Nelson, Richard Buckminster Fuller, Marshall McLuhan e dell'iniziativa di design radicale «Global Tools». Opere contemporanee provenienti dall'ambito del Critical Design e del Social Design mostrano inoltre quale influenza Papanek continui ad avere sul design di oggi.



Nel 1939 Victor Papanek riuscì a sfuggire alle persecuzioni dei nazionalsocialisti dalla sua città natale Vienna e ad emigrare negli Stati Uniti.
Dopo aver intrapreso la classica carriera del designer industriale, negli anni '60 Papanek sviluppò quell'atteggiamento critico nei confronti del consumismo che lo rese famoso a livello internazionale.
Tale atteggiamento si rispecchiò anche in progetti che egli spesso sviluppava con studenti o collaboratori, quali televisori e radio per i paesi africani, vetture elettriche, ma anche l'oggetto «Fingermajig» atto a stimolare il senso del tatto (1965-1970)
o la serie «Living Cubes» (1973), mobili che l'utente poteva montare da sé arredando l'ambiente a seconda delle proprie esigenze.

La vera importanza di Papanek, tuttavia, risiede nel suo lavoro di autore e mediatore per una nuova concezione critica del design. Nel corso della sua vita Papanek insegnò nelle università di tutto il mondo e ispirò generazioni di studenti. Egli si spese instancabilmente al fine di diffondere un dibattito sul design che fosse il più ampio possibile a livello sociale. A partire dal 1961, per esempio, moderò una serie televisiva dedicata al design che fu trasmessa in tutti gli Stati Uniti.
Oltre che dall'opera principale «Design for the Real World», finora tradotta in più di venti lingue, la reputazione di Papanek come pioniere del design alternativo fu consolidata anche da altre pubblicazioni fra cui «How Things Don't Work» (1977) o «Design for Human Scale» (1983). In esse Papanek critica, con sguardo acuto e umoristico, la fede cieca nel consumismo e trasferisce molte delle idee della generazione del '68 a questioni pratiche per la vita quotidiana di molte persone.


L'esposizione «Victor Papanek: The Politics of Design» è suddivisa in quattro aree che presentano in modo esauriente la vita e l'opera di Papanek. Una grande istallazione mediatica introduttiva mostra le tesi di Papanek nel contesto della sua epoca. Segue una panoramica biografica che ripercorre la vita di Papanek dalla fuga dall'Europa fino al successo internazionale. Per la prima volta si è potuto far ricorso al lascito di Papanek che oggi si trova nella Victor J. Papanek Foundation all'Università di arti applicate di Vienna e che raccoglie molti documenti mai mostrati prima al pubblico. Ne fanno parte taccuini, lettere, mobili, oggetti della collezione etnologica di Papanek così come migliaia di diapositive utilizzate da Papanek durante le sue conferenze.

In altre due aree espositive vengono approfonditi i temi principali del lavoro di Papanek. Questi comprendono sia la sua critica fondamentale al consumismo e la preoccupazione per le minoranze sociali che il suo impegno per gli interessi di ciò che allora era definito «Terzo Mondo», per l'ecologia e la sostenibilità così come per la cultura del «fare», vale a dire della creazione e produzione con mezzi propri che prende spunto dal movimento «Do it Yourself» degli anni '60. Qui si può ammirare una grande quantità di disegni di Papanek, dei suoi studenti e di altri collaboratori, per esempio quelli della designer danese Susanne Koefoed che nel 1968 sviluppò, in veste di studentessa di Papanek, il primo simbolo internazionale di accessibilità (International Symbol of Access).



L'esposizione è integrata da 20 opere contemporanee accuratamente selezionate che trasportano le tesi di Papanek nel XXI secolo. Le opere sono state realizzate, tra gli altri, da Catherine Sarah Young, Forensic Architecture, Jim Chuchu, Tomás Saraceno, Gabriel Ann Maher e dal collettivo brasiliano Flui Coletivo e Questtonó. Anche queste opere affrontano temi complessi come il cambiamento climatico globale, l'identità di genere fluida, il nostro comportamento consumistico o la realtà economica dei movimenti migratori e dimostrano così quanto continuino ad essere importanti le questioni che Papanek si pose già negli anni '60. Allo stesso tempo, le opere esposte superano il mondo bianco, dominato dal maschio occidentale a cui Victor Papanek rimase legato nonostante tutti i suoi sforzi.
«Victor Papanek: The Politics of Design» è dunque sia una retrospettiva che un'esposizione a tema. Tramite la figura di Victor Papanek ci si avvicina ad un argomento molto più ampio, vale a dire all'importanza del design come strumento politico. Quello che infatti all'epoca di Papanek era considerato rivoluzionario, è oggi un dato di fatto: il design non è solo un processo veicolante la forma, è uno strumento di cambiamento politico e deve essere impiegato tenendo conto degli aspetti etico-sociali. Non a caso i dibattiti odierni su temi quali il Social Design o il Design Thinking si rifanno alle tesi di Papanek con massima naturalezza. La mostra vuole presentare Papanek nel suo ruolo di precursore di questi dibattiti - e come uno dei grandi pensatori del design - e riscoprirlo per il pubblico del XXI secolo. Contemporaneamente analizza se quel design socialmente impegnato così fortemente voluto da Papanek può effettivamente cambiare il mondo moderno e renderlo migliore.
La mostra nasce dalla collaborazione con il Barcelona Design Museum e la Victor J. Papanek Foundation all'Università di arti applicate di Vienna ed è finanziata dalla Kulturstiftung des Bundes.


Ottobre 2018

CHIUDI ...


Venite a scoprire la suite MARCHINA HAIR STYLING

Personalizzazione, avanguardia, rigore e scrupolosità

E' la ricetta di ogni trattamento Marchina Hair Styling, Atelier della Bellezza, dal 1972 in pieno centro a Milano con servizi di hair styling, estetica e barberia. ... CONTINUA

Fobia degli aghi? Finalmente c'è AHAVA, l'alternativa al BOTOX


Per il lancio della nuova linea antiage di Ahava, distribuita da Luxury Cosmetics Labs è stato scelto un nome biblico ''Apple of Sodom'' ... CONTINUA

Pelli sensibili e reattive? Mai così protette grazie a REPONSE DELICATE


Quando una pelle è delicata? Quando la carnagione ha un livello di tolleranza più basso della norma.
La famosa Maison MATIS PARIS, nota come Beauty Expert dal 1936, arricchisce le sue proposte di bellezza con innovative texture studiate su misura per le pelli più sensibili con REPONSE DELICATE ... CONTINUA

JAMES HEELEY, ideatore del brand, crea BLANC POUDRE


Una sensazione Bianco Cipria, impalpabile e sensuale
Il profumiere inglese James Heeley è fondatore e proprietario dell'omonima casa di profumi di lusso con sede a Parigi, una realtà indipendente che gli permette di creare nella massima libertà espressiva. ... CONTINUA

Carner Barcelona


Sara Carner, direttrice artistica di CARNER BARCELONA, ha presentato pochi giorni fa alla stampa italiana, incontrata per la prima volta, le quattro collezioni attraverso cui si articola il proprio brand distribuito in esclusiva per l'Italia (oggi è in 40 paesi) da Nobile1942 ... CONTINUA

CALZEDONIA apre in Etiopia? Non è un sogno ma una realtà


Il 18 ottobre 2018 Calzedonia ha inaugurato il suo primo impianto in Africa
La nuova struttura produttiva, ITACA TEXTILE PLC, sorgerà in Etiopia, a Macallè, nella Regione del Tigrai: ... CONTINUA

LANCOME lancia una limited edition speciale


Un'icona delle fragranze incontra una leggenda della street art
La vie est belle è diventata una delle fragranze francesi più iconiche, una vera leggenda di cultura contemporanea. Per questo motivo, il brand lancerà a settembre una Limited Edition di La vie est belle: ... CONTINUA

Cerdini & Quenardel: apre in centro a Milano




Il nuovo concept store che unisce gelato e champagne.
All'insegna di artigianalità, qualità ed eccellenza due grandi marchi uniscono le proprie esperienze e le proprie forze in un progetto unico ed esclusivo.


... CONTINUA

Al Vitra Design Museum: Victor Papanek: The Politics of Design





Con «Victor Papanek: The Politics of Design» il Vitra Design Museum presenta fino al 10 marzo 2019 la prima grande retrospettiva dedicata al designer, autore e attivista Victor J. Papanek (1923-1998).

Franca D. Scotti

... CONTINUA

A Modena ''Meravigliose avventure. Racconti di viaggiatori del passato''




Le esperienze di viaggio tra il 1400 e il 1800, attraverso testi illustrati del ricco patrimonio librario della Biblioteca Estense Universitaria


... CONTINUA

A Milano ''Inside Magritte. Un viaggio multimediale tra il reale e l'immaginario"




Un'esperienza tra reale e immaginario, tra evocazione di un mondo onirico e racconto della vita concreta di uno dei massimi pittori del XX secolo e tra i maggiori esponenti del surrealismo.

Franca D.Scotti

... CONTINUA

Al Castello di Novara: Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini




La rassegna testimonia l'importanza storica del fenomeno del collezionismo nello sviluppo delle arti in Italia, dall'Unità nazionale ai primi anni del Novecento.

... CONTINUA

A Cuneo: ''Noi continuiamo l'evoluzione dell'arte''




Arte informale dalle collezioni della GAM - Torino presso il Complesso Monumentale di San Francesco, ex Chiesa di San Francesco di Cuneo

... CONTINUA

Alle Gallerie d'Italia e al Museo Poldi Pezzoli: Romanticismo





Fino a marzo 2019 una grande mostra che affronta per la prima volta l'originalità del contributo italiano all'arte del Romanticismo

Franca D.Scotti

... CONTINUA

Hai la pelle secca? BIO-OIL ha studiato un prodotto per te

Bio-Oil Gel Pelle Secca è il nuovo modo di trattarla


Non è un olio, non è una crema, è un Gel, Il primo sul mercato che dona idratazione vera, reale, evidente. ... CONTINUA

Venite a scoprire la suite MARCHINA HAIR STYLING

Personalizzazione, avanguardia, rigore e scrupolosità

E' la ricetta di ogni trattamento Marchina Hair Styling, Atelier della Bellezza, dal 1972 in pieno centro a Milano con servizi di hair styling, estetica e barberia. ... CONTINUA

Fobia degli aghi? Finalmente c'è AHAVA, l'alternativa al BOTOX


Per il lancio della nuova linea antiage di Ahava, distribuita da Luxury Cosmetics Labs è stato scelto un nome biblico ''Apple of Sodom'' ... CONTINUA

Pelli sensibili e reattive? Mai così protette grazie a REPONSE DELICATE


Quando una pelle è delicata? Quando la carnagione ha un livello di tolleranza più basso della norma.
La famosa Maison MATIS PARIS, nota come Beauty Expert dal 1936, arricchisce le sue proposte di bellezza con innovative texture studiate su misura per le pelli più sensibili con REPONSE DELICATE ... CONTINUA

JAMES HEELEY, ideatore del brand, crea BLANC POUDRE


Una sensazione Bianco Cipria, impalpabile e sensuale
Il profumiere inglese James Heeley è fondatore e proprietario dell'omonima casa di profumi di lusso con sede a Parigi, una realtà indipendente che gli permette di creare nella massima libertà espressiva. ... CONTINUA

Carner Barcelona


Sara Carner, direttrice artistica di CARNER BARCELONA, ha presentato pochi giorni fa alla stampa italiana, incontrata per la prima volta, le quattro collezioni attraverso cui si articola il proprio brand distribuito in esclusiva per l'Italia (oggi è in 40 paesi) da Nobile1942 ... CONTINUA

CALZEDONIA apre in Etiopia? Non è un sogno ma una realtà


Il 18 ottobre 2018 Calzedonia ha inaugurato il suo primo impianto in Africa
La nuova struttura produttiva, ITACA TEXTILE PLC, sorgerà in Etiopia, a Macallè, nella Regione del Tigrai: ... CONTINUA

LANCOME lancia una limited edition speciale


Un'icona delle fragranze incontra una leggenda della street art
La vie est belle è diventata una delle fragranze francesi più iconiche, una vera leggenda di cultura contemporanea. Per questo motivo, il brand lancerà a settembre una Limited Edition di La vie est belle: ... CONTINUA

Cerdini & Quenardel: apre in centro a Milano




Il nuovo concept store che unisce gelato e champagne.
All'insegna di artigianalità, qualità ed eccellenza due grandi marchi uniscono le proprie esperienze e le proprie forze in un progetto unico ed esclusivo.


... CONTINUA

Al Vitra Design Museum: Victor Papanek: The Politics of Design





Con «Victor Papanek: The Politics of Design» il Vitra Design Museum presenta fino al 10 marzo 2019 la prima grande retrospettiva dedicata al designer, autore e attivista Victor J. Papanek (1923-1998).

Franca D. Scotti

... CONTINUA

A Modena ''Meravigliose avventure. Racconti di viaggiatori del passato''




Le esperienze di viaggio tra il 1400 e il 1800, attraverso testi illustrati del ricco patrimonio librario della Biblioteca Estense Universitaria


... CONTINUA

Venite a scoprire la suite MARCHINA HAIR STYLING

Personalizzazione, avanguardia, rigore e scrupolosità

E' la ricetta di ogni trattamento Marchina Hair Styling, Atelier della Bellezza, dal 1972 in pieno centro a Milano con servizi di hair styling, estetica e barberia. ... CONTINUA

Fobia degli aghi? Finalmente c'è AHAVA, l'alternativa al BOTOX


Per il lancio della nuova linea antiage di Ahava, distribuita da Luxury Cosmetics Labs è stato scelto un nome biblico ''Apple of Sodom'' ... CONTINUA

Pelli sensibili e reattive? Mai così protette grazie a REPONSE DELICATE


Quando una pelle è delicata? Quando la carnagione ha un livello di tolleranza più basso della norma.
La famosa Maison MATIS PARIS, nota come Beauty Expert dal 1936, arricchisce le sue proposte di bellezza con innovative texture studiate su misura per le pelli più sensibili con REPONSE DELICATE ... CONTINUA

JAMES HEELEY, ideatore del brand, crea BLANC POUDRE


Una sensazione Bianco Cipria, impalpabile e sensuale
Il profumiere inglese James Heeley è fondatore e proprietario dell'omonima casa di profumi di lusso con sede a Parigi, una realtà indipendente che gli permette di creare nella massima libertà espressiva. ... CONTINUA

Carner Barcelona


Sara Carner, direttrice artistica di CARNER BARCELONA, ha presentato pochi giorni fa alla stampa italiana, incontrata per la prima volta, le quattro collezioni attraverso cui si articola il proprio brand distribuito in esclusiva per l'Italia (oggi è in 40 paesi) da Nobile1942 ... CONTINUA

CALZEDONIA apre in Etiopia? Non è un sogno ma una realtà


Il 18 ottobre 2018 Calzedonia ha inaugurato il suo primo impianto in Africa
La nuova struttura produttiva, ITACA TEXTILE PLC, sorgerà in Etiopia, a Macallè, nella Regione del Tigrai: ... CONTINUA

LANCOME lancia una limited edition speciale


Un'icona delle fragranze incontra una leggenda della street art
La vie est belle è diventata una delle fragranze francesi più iconiche, una vera leggenda di cultura contemporanea. Per questo motivo, il brand lancerà a settembre una Limited Edition di La vie est belle: ... CONTINUA

Cerdini & Quenardel: apre in centro a Milano




Il nuovo concept store che unisce gelato e champagne.
All'insegna di artigianalità, qualità ed eccellenza due grandi marchi uniscono le proprie esperienze e le proprie forze in un progetto unico ed esclusivo.


... CONTINUA

Al Vitra Design Museum: Victor Papanek: The Politics of Design





Con «Victor Papanek: The Politics of Design» il Vitra Design Museum presenta fino al 10 marzo 2019 la prima grande retrospettiva dedicata al designer, autore e attivista Victor J. Papanek (1923-1998).

Franca D. Scotti

... CONTINUA

A Modena ''Meravigliose avventure. Racconti di viaggiatori del passato''




Le esperienze di viaggio tra il 1400 e il 1800, attraverso testi illustrati del ricco patrimonio librario della Biblioteca Estense Universitaria


... CONTINUA

A Milano ''Inside Magritte. Un viaggio multimediale tra il reale e l'immaginario"




Un'esperienza tra reale e immaginario, tra evocazione di un mondo onirico e racconto della vita concreta di uno dei massimi pittori del XX secolo e tra i maggiori esponenti del surrealismo.

Franca D.Scotti

... CONTINUA

Al Castello di Novara: Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini




La rassegna testimonia l'importanza storica del fenomeno del collezionismo nello sviluppo delle arti in Italia, dall'Unità nazionale ai primi anni del Novecento.

... CONTINUA

A Cuneo: ''Noi continuiamo l'evoluzione dell'arte''




Arte informale dalle collezioni della GAM - Torino presso il Complesso Monumentale di San Francesco, ex Chiesa di San Francesco di Cuneo

... CONTINUA

Alle Gallerie d'Italia e al Museo Poldi Pezzoli: Romanticismo





Fino a marzo 2019 una grande mostra che affronta per la prima volta l'originalità del contributo italiano all'arte del Romanticismo

Franca D.Scotti

... CONTINUA

Hai la pelle secca? BIO-OIL ha studiato un prodotto per te

Bio-Oil Gel Pelle Secca è il nuovo modo di trattarla


Non è un olio, non è una crema, è un Gel, Il primo sul mercato che dona idratazione vera, reale, evidente. ... CONTINUA

HOME: NEWS - ARCHIVIO: 100 - 99 - 98 - 97 - 96 - 95 - 94 - 93 - 92 - 91 - 90 - 89 - 88 - 87 - 86 - 85 - 84 - 83 - 82 - 81 - 80 - 79 - 78 - 77 - 76 - 75 - 74 - 73 - 72 - 71 - 70 - 69 - 68 - 67 - 66 - 65 - 64 - 63 - 62 - 61 - 60 - 59 - 58 - 57 - 56 - 55 - 54 - 53 - 52 - 51 - 50 - 49 - 48 - 47 - 46 - 45 - 44 - 43 - 42 - 41 - 40 - 39 - 38 - 37 - 36 - 35 - 34 - 33 - 32 - 31 - 30 - 29 - 28 - 27 - 26 - 25 - 24 - 23 - 22 - 21 - 20 - 19 - 18 - 17 - 16 - 15 - 14 - 13 - 12 - 11 - 10 - 9 - 8 - 7 - 6 - 5 - 4 - 3 - 2 - 1 -


  PRIVACY AND COOKIES
Powered by MMS © EUROTEAM 2015