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APRE A VERONA LA CASA-MUSEO ''PALAZZO MAFFEI''




Una collezione d'arte straordinaria a ''Palazzo Maffei'', frutto del restauro del più importante edificio seicentesco della città e dell'apertura al pubblico della strabiliante collezione Luigi Carlon


Un percorso espositivo dalla ''doppia anima'', tra antico e moderno, che attraversa oltre cinque secoli, con oltre 350 opere in dialogo tra le arti: pittura, scultura, arti applicate e architettura.
Un importante focus sulla pittura veronese e la passione per il Futurismo italiano e la Metafisica. Autentici capolavori dell'arte moderna e contemporanea e i grandi Maestri del XX secolo: da Picasso a de Chirico, da Mirò a Kandinsky, da Magritte a Fontana, Burri e Manzoni.
Sarà un'affascinante casa-museo, un nuovo punto di riferimento per gli amanti dell'arte, un percorso eclettico tra capolavori e curiosità che attraversano più di cinque secoli, accomunati da una caleidoscopica passione collezionistica.




A Verona nel cuore della città apre una nuova eccellenza culturale: da un lato il restauro completo di uno dei più scenografici e noti palazzi seicenteschi della città, Palazzo Maffei, quinta suggestiva di Piazza delle Erbe, con la sua facciata barocca ora risplendente, l'imponente scalone elicoidale autoportante, gli stucchi e le pitture murali del piano nobile; dall'altro una raccolta d'arte di grande interesse che spazia dalla fine del Trecento fino ad oggi, frutto di oltre cinquant'anni di passione collezionistica dell'imprenditore Luigi Carlon.

Il risultato è l'apertura di ''Palazzo Maffei - Casa Museo'', un'iniziativa culturale promossa da Luigi Carlon, imprenditore e collezionista veronese, su progetto architettonico e allestitivo dello studio Baldessari e Baldessari e da un'idea museografica di Gabriella Belli, con contributi scientifici di Valerio Terraroli e Enrico Maria Guzzo.

L'edificio, così come oggi lo ammiriamo, è frutto di un imponente lavoro di ampliamento eseguito nel corso del Seicento da Marcantonio e Rolandino Maffei, banchieri, la cui attività di cambio si era sviluppata proprio accanto a Piazza delle Erbe, all'epoca anche nota come piazza grande.



Dai documenti si evince che i lavori dovettero iniziare all'incirca verso il 1626, anno in cui zio e nipote inviano una supplica al Consiglio comunale per sollecitare l'approvazione di un intervento edilizio nella loro dimora, che evidentemente versa in cattive condizioni.
Non si conosce il nome dell'architetto chiamato a riprogettare il palazzo, con ogni probabilità però vale l'affermazione di Scipione Maffei, il grande erudito e riformatore veronese, che pur appartenendo a un ramo collaterale conosce la storia della famiglia proprietaria e riporta che il disegno della dimora era ''venuto da Roma'', cosa del tutto probabile dati i rapporti dei Maffei con l'Urbe.
Osservando il palazzo si comprende immediatamente che l'importanza della famiglia è magnificamente rappresentata dall'imponenza austera ed elegantissima della facciata, che alterna motivi architettonici tardo rinascimentali a bizzarrie barocche.
L'edificio si sviluppa su tre piani che poggiano sui cinque archi di un falso portico.
Il pianterreno ospita fin dal Medio Evo delle botteghe che nella modifica del Seicento si affacciano sulla piazza con un fronte di archi alternati a paraste doriche, a fasce di bugne. Più ricco è il disegno architettonico del primo e secondo piano, caratterizzati da una sequenza di porte/finestre sormontate da frontoni ricurvi e triangolari alternati, scandite da semicolonne ioniche con mascheroni e aperte con balconi balaustrati sulla piazza.

Non meno scenografico è l'interno del palazzo.
Oltrepassato il cannocchiale dell'arco d'ingresso, si scoprono due corpi di fabbrica raccordati da due corti quadrate comunicanti: attorno, l'intero edificio con grandi finestre al piano nobile, aperte su un balcone passante a ringhiera.
''Tutta in aria'', così descrive Scipione Maffei il prodigio strutturale della magnifica scala di forma elicoidale che dalle cantine giunge fino al tetto, coronata da una grande lanterna e da statue, una sfida alle leggi di gravità per quel suo essere stata eseguita '' sostenendosi essa tutta in se stessa''.
Il piano nobile, dove oggi è esposta la Collezione Carlon, conserva nei saloni d'ingresso e in quello aperto su Piazza delle Erbe la testimonianza di un ciclo di affreschi eseguiti con ogni probabilità tra il XVIII e il XIX secolo, d'impronta classicheggiante.
La proposta e il percorso espositivo sono sorprendenti, con oltre 350 opere, tra cui quasi 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni e un'importante selezione di oggetti d'arte applicata (mobili d'epoca, vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche sei-settecentesche, ma anche argenti, avori, manufatti lignei, pezzi d'arte orientale, rari volumi) e con una scelta espositiva dalla ''doppia anima''.


Nella prima parte, connotata dagli affacci sulla piazza, si privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo a ricreare l'atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer e di una sintesi tra le arti, con nuclei tematici d'arte antica in cui irrompe all'improvviso il dialogo con la modernità; nella seconda parte, dedicata al Novecento e all'arte contemporanea, si è invece voluta creare una vera e propria galleria museale, ove spiccano molti capolavori, si scorge la passione per il Futurismo e la Metafisica e s'incontrano alcuni dei massimi artisti del XX secolo: Boccioni, Balla, Severini, ma anche Picasso e Braque; de Chirico, Casorati e Morandi accanto a Magritte, Max Ernst, Duchamp.
E ancora Afro, Vedova, Fontana, Burri, Tancredi, De Dominicis, Manzoni e molti altri.
Per Luigi Carlon, Cavaliere del Lavoro, le opere raccolte negli anni sono racconti di vita, gesti d'amore, testimonianze di quella sensibilità unica e singolare che egli ha colto negli artisti fin da giovane e dalla quale è stato affascinato e colpito.
La collezione contiene molti nuclei significativi, che testimoniano l'organicità delle acquisizioni, mentre l'interesse per la storia artistica veronese rappresenta un elemento di forte valore identitario della raccolta d'arte antica che vanta una sorta di compendio di storia dell'arte del territorio scaligero, con opere tra gli altri di Altichiero e Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de' Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci, Jacopo Ligozzi, Alessandro Turchi, Marc'Antonio Bassetti, Antonio Balestra, Giambettino Cignaroli.
Dalla visione privata, dall'intimo della residenza quotidiana, questo patrimonio d'arte diventa ora ricchezza condivisa con la città e con il pubblico, in un edificio fortemente simbolico come è appunto Palazzo Maffei, il cui nucleo originario tardo-medievale sorge nell'area del Capitolium, il complesso votivo dedicato alla Triade Capitolina, costruito quando Verona divenne municipio romano (49 a.C.), e di cui nei sotterranei del palazzo restano ancora le evidenze.




Il percorso si sviluppa quindi cronologicamente e per temi, lungo 18 sale, dove si susseguono quei corto circuiti emotivi che ben rispondono alla sensibilità e al gusto collezionistico di Luigi Carlon: è il caso dei tagli rossi di Fontana - uno tra i notevoli Concetti spaziali esposti - accostati a tavole a fondo oro d'arte sacra del tre-quattrocento; della monumentale Maternità di Arturo Martini, a tu per tu con antiche e importanti rappresentazioni iconografiche della Madonna con Bambino; o ancora dei potenti affondi sul tema della guerra e del conflitto con Lencillo, Marino Marini e Alberto Burri - una magnifica combustione, Tutto nero, del 1957 - in dialogo con le eroiche battaglie di Matteo Stom e Antonio Calza.
Un crescendo di emozioni, passando tra le protagoniste femminili della storia e del mito e le vedute di Verona, per poi percorrere tutto d'un fiato le principali avanguardie del Novecento costellate di imperdibili capolavori, fino alle istanze più attuali con Pistoletto, Cattelan, De Dominicis, Erlich, Nannucci ecc.
Palazzo Maffei non vuole essere solo uno spazio espositivo ma un'opportunità, un vivace e propulsivo luogo di cultura in dialogo stretto con la città e le grandi Istituzioni culturali di Verona e non solo. Eventi, incontri, laboratori didattici e iniziative diverse animeranno in breve tempo le giornate a Palazzo Maffei, che offre anche una biblioteca specialistica su prenotazione e - dalla balconata che sormonta il palazzo, a dominare con le sue statue Piazza delle Erbe - un'impagabile, emozionante vista sulla città e le colline circostanti, di struggente bellezza.
Palazzo Maffei
Piazza delle Erbe, 38
37121 Verona
palazzomaffeiverona.com
info@palazzomaffeiverona.com
T +39 045 5118529
T +39 045 2456959 (Amministrazione)

Franca D.Scotti

Febbraio 2020

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APRE A VERONA LA CASA-MUSEO ''PALAZZO MAFFEI''




Una collezione d'arte straordinaria a ''Palazzo Maffei'', frutto del restauro del più importante edificio seicentesco della città e dell'apertura al pubblico della strabiliante collezione Luigi Carlon


Un percorso espositivo dalla ''doppia anima'', tra antico e moderno, che attraversa oltre cinque secoli, con oltre 350 opere in dialogo tra le arti: pittura, scultura, arti applicate e architettura.
Un importante focus sulla pittura veronese e la passione per il Futurismo italiano e la Metafisica. Autentici capolavori dell'arte moderna e contemporanea e i grandi Maestri del XX secolo: da Picasso a de Chirico, da Mirò a Kandinsky, da Magritte a Fontana, Burri e Manzoni.
Sarà un'affascinante casa-museo, un nuovo punto di riferimento per gli amanti dell'arte, un percorso eclettico tra capolavori e curiosità che attraversano più di cinque secoli, accomunati da una caleidoscopica passione collezionistica.




A Verona nel cuore della città apre una nuova eccellenza culturale: da un lato il restauro completo di uno dei più scenografici e noti palazzi seicenteschi della città, Palazzo Maffei, quinta suggestiva di Piazza delle Erbe, con la sua facciata barocca ora risplendente, l'imponente scalone elicoidale autoportante, gli stucchi e le pitture murali del piano nobile; dall'altro una raccolta d'arte di grande interesse che spazia dalla fine del Trecento fino ad oggi, frutto di oltre cinquant'anni di passione collezionistica dell'imprenditore Luigi Carlon.

Il risultato è l'apertura di ''Palazzo Maffei - Casa Museo'', un'iniziativa culturale promossa da Luigi Carlon, imprenditore e collezionista veronese, su progetto architettonico e allestitivo dello studio Baldessari e Baldessari e da un'idea museografica di Gabriella Belli, con contributi scientifici di Valerio Terraroli e Enrico Maria Guzzo.

L'edificio, così come oggi lo ammiriamo, è frutto di un imponente lavoro di ampliamento eseguito nel corso del Seicento da Marcantonio e Rolandino Maffei, banchieri, la cui attività di cambio si era sviluppata proprio accanto a Piazza delle Erbe, all'epoca anche nota come piazza grande.



Dai documenti si evince che i lavori dovettero iniziare all'incirca verso il 1626, anno in cui zio e nipote inviano una supplica al Consiglio comunale per sollecitare l'approvazione di un intervento edilizio nella loro dimora, che evidentemente versa in cattive condizioni.
Non si conosce il nome dell'architetto chiamato a riprogettare il palazzo, con ogni probabilità però vale l'affermazione di Scipione Maffei, il grande erudito e riformatore veronese, che pur appartenendo a un ramo collaterale conosce la storia della famiglia proprietaria e riporta che il disegno della dimora era ''venuto da Roma'', cosa del tutto probabile dati i rapporti dei Maffei con l'Urbe.
Osservando il palazzo si comprende immediatamente che l'importanza della famiglia è magnificamente rappresentata dall'imponenza austera ed elegantissima della facciata, che alterna motivi architettonici tardo rinascimentali a bizzarrie barocche.
L'edificio si sviluppa su tre piani che poggiano sui cinque archi di un falso portico.
Il pianterreno ospita fin dal Medio Evo delle botteghe che nella modifica del Seicento si affacciano sulla piazza con un fronte di archi alternati a paraste doriche, a fasce di bugne. Più ricco è il disegno architettonico del primo e secondo piano, caratterizzati da una sequenza di porte/finestre sormontate da frontoni ricurvi e triangolari alternati, scandite da semicolonne ioniche con mascheroni e aperte con balconi balaustrati sulla piazza.

Non meno scenografico è l'interno del palazzo.
Oltrepassato il cannocchiale dell'arco d'ingresso, si scoprono due corpi di fabbrica raccordati da due corti quadrate comunicanti: attorno, l'intero edificio con grandi finestre al piano nobile, aperte su un balcone passante a ringhiera.
''Tutta in aria'', così descrive Scipione Maffei il prodigio strutturale della magnifica scala di forma elicoidale che dalle cantine giunge fino al tetto, coronata da una grande lanterna e da statue, una sfida alle leggi di gravità per quel suo essere stata eseguita '' sostenendosi essa tutta in se stessa''.
Il piano nobile, dove oggi è esposta la Collezione Carlon, conserva nei saloni d'ingresso e in quello aperto su Piazza delle Erbe la testimonianza di un ciclo di affreschi eseguiti con ogni probabilità tra il XVIII e il XIX secolo, d'impronta classicheggiante.
La proposta e il percorso espositivo sono sorprendenti, con oltre 350 opere, tra cui quasi 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni e un'importante selezione di oggetti d'arte applicata (mobili d'epoca, vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche sei-settecentesche, ma anche argenti, avori, manufatti lignei, pezzi d'arte orientale, rari volumi) e con una scelta espositiva dalla ''doppia anima''.


Nella prima parte, connotata dagli affacci sulla piazza, si privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo a ricreare l'atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer e di una sintesi tra le arti, con nuclei tematici d'arte antica in cui irrompe all'improvviso il dialogo con la modernità; nella seconda parte, dedicata al Novecento e all'arte contemporanea, si è invece voluta creare una vera e propria galleria museale, ove spiccano molti capolavori, si scorge la passione per il Futurismo e la Metafisica e s'incontrano alcuni dei massimi artisti del XX secolo: Boccioni, Balla, Severini, ma anche Picasso e Braque; de Chirico, Casorati e Morandi accanto a Magritte, Max Ernst, Duchamp.
E ancora Afro, Vedova, Fontana, Burri, Tancredi, De Dominicis, Manzoni e molti altri.
Per Luigi Carlon, Cavaliere del Lavoro, le opere raccolte negli anni sono racconti di vita, gesti d'amore, testimonianze di quella sensibilità unica e singolare che egli ha colto negli artisti fin da giovane e dalla quale è stato affascinato e colpito.
La collezione contiene molti nuclei significativi, che testimoniano l'organicità delle acquisizioni, mentre l'interesse per la storia artistica veronese rappresenta un elemento di forte valore identitario della raccolta d'arte antica che vanta una sorta di compendio di storia dell'arte del territorio scaligero, con opere tra gli altri di Altichiero e Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de' Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci, Jacopo Ligozzi, Alessandro Turchi, Marc'Antonio Bassetti, Antonio Balestra, Giambettino Cignaroli.
Dalla visione privata, dall'intimo della residenza quotidiana, questo patrimonio d'arte diventa ora ricchezza condivisa con la città e con il pubblico, in un edificio fortemente simbolico come è appunto Palazzo Maffei, il cui nucleo originario tardo-medievale sorge nell'area del Capitolium, il complesso votivo dedicato alla Triade Capitolina, costruito quando Verona divenne municipio romano (49 a.C.), e di cui nei sotterranei del palazzo restano ancora le evidenze.




Il percorso si sviluppa quindi cronologicamente e per temi, lungo 18 sale, dove si susseguono quei corto circuiti emotivi che ben rispondono alla sensibilità e al gusto collezionistico di Luigi Carlon: è il caso dei tagli rossi di Fontana - uno tra i notevoli Concetti spaziali esposti - accostati a tavole a fondo oro d'arte sacra del tre-quattrocento; della monumentale Maternità di Arturo Martini, a tu per tu con antiche e importanti rappresentazioni iconografiche della Madonna con Bambino; o ancora dei potenti affondi sul tema della guerra e del conflitto con Lencillo, Marino Marini e Alberto Burri - una magnifica combustione, Tutto nero, del 1957 - in dialogo con le eroiche battaglie di Matteo Stom e Antonio Calza.
Un crescendo di emozioni, passando tra le protagoniste femminili della storia e del mito e le vedute di Verona, per poi percorrere tutto d'un fiato le principali avanguardie del Novecento costellate di imperdibili capolavori, fino alle istanze più attuali con Pistoletto, Cattelan, De Dominicis, Erlich, Nannucci ecc.
Palazzo Maffei non vuole essere solo uno spazio espositivo ma un'opportunità, un vivace e propulsivo luogo di cultura in dialogo stretto con la città e le grandi Istituzioni culturali di Verona e non solo. Eventi, incontri, laboratori didattici e iniziative diverse animeranno in breve tempo le giornate a Palazzo Maffei, che offre anche una biblioteca specialistica su prenotazione e - dalla balconata che sormonta il palazzo, a dominare con le sue statue Piazza delle Erbe - un'impagabile, emozionante vista sulla città e le colline circostanti, di struggente bellezza.
Palazzo Maffei
Piazza delle Erbe, 38
37121 Verona
palazzomaffeiverona.com
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Una collezione d'arte straordinaria a ''Palazzo Maffei'', frutto del restauro del più importante edificio seicentesco della città e dell'apertura al pubblico della strabiliante collezione Luigi Carlon


Un percorso espositivo dalla ''doppia anima'', tra antico e moderno, che attraversa oltre cinque secoli, con oltre 350 opere in dialogo tra le arti: pittura, scultura, arti applicate e architettura.
Un importante focus sulla pittura veronese e la passione per il Futurismo italiano e la Metafisica. Autentici capolavori dell'arte moderna e contemporanea e i grandi Maestri del XX secolo: da Picasso a de Chirico, da Mirò a Kandinsky, da Magritte a Fontana, Burri e Manzoni.
Sarà un'affascinante casa-museo, un nuovo punto di riferimento per gli amanti dell'arte, un percorso eclettico tra capolavori e curiosità che attraversano più di cinque secoli, accomunati da una caleidoscopica passione collezionistica.




A Verona nel cuore della città apre una nuova eccellenza culturale: da un lato il restauro completo di uno dei più scenografici e noti palazzi seicenteschi della città, Palazzo Maffei, quinta suggestiva di Piazza delle Erbe, con la sua facciata barocca ora risplendente, l'imponente scalone elicoidale autoportante, gli stucchi e le pitture murali del piano nobile; dall'altro una raccolta d'arte di grande interesse che spazia dalla fine del Trecento fino ad oggi, frutto di oltre cinquant'anni di passione collezionistica dell'imprenditore Luigi Carlon.

Il risultato è l'apertura di ''Palazzo Maffei - Casa Museo'', un'iniziativa culturale promossa da Luigi Carlon, imprenditore e collezionista veronese, su progetto architettonico e allestitivo dello studio Baldessari e Baldessari e da un'idea museografica di Gabriella Belli, con contributi scientifici di Valerio Terraroli e Enrico Maria Guzzo.

L'edificio, così come oggi lo ammiriamo, è frutto di un imponente lavoro di ampliamento eseguito nel corso del Seicento da Marcantonio e Rolandino Maffei, banchieri, la cui attività di cambio si era sviluppata proprio accanto a Piazza delle Erbe, all'epoca anche nota come piazza grande.



Dai documenti si evince che i lavori dovettero iniziare all'incirca verso il 1626, anno in cui zio e nipote inviano una supplica al Consiglio comunale per sollecitare l'approvazione di un intervento edilizio nella loro dimora, che evidentemente versa in cattive condizioni.
Non si conosce il nome dell'architetto chiamato a riprogettare il palazzo, con ogni probabilità però vale l'affermazione di Scipione Maffei, il grande erudito e riformatore veronese, che pur appartenendo a un ramo collaterale conosce la storia della famiglia proprietaria e riporta che il disegno della dimora era ''venuto da Roma'', cosa del tutto probabile dati i rapporti dei Maffei con l'Urbe.
Osservando il palazzo si comprende immediatamente che l'importanza della famiglia è magnificamente rappresentata dall'imponenza austera ed elegantissima della facciata, che alterna motivi architettonici tardo rinascimentali a bizzarrie barocche.
L'edificio si sviluppa su tre piani che poggiano sui cinque archi di un falso portico.
Il pianterreno ospita fin dal Medio Evo delle botteghe che nella modifica del Seicento si affacciano sulla piazza con un fronte di archi alternati a paraste doriche, a fasce di bugne. Più ricco è il disegno architettonico del primo e secondo piano, caratterizzati da una sequenza di porte/finestre sormontate da frontoni ricurvi e triangolari alternati, scandite da semicolonne ioniche con mascheroni e aperte con balconi balaustrati sulla piazza.

Non meno scenografico è l'interno del palazzo.
Oltrepassato il cannocchiale dell'arco d'ingresso, si scoprono due corpi di fabbrica raccordati da due corti quadrate comunicanti: attorno, l'intero edificio con grandi finestre al piano nobile, aperte su un balcone passante a ringhiera.
''Tutta in aria'', così descrive Scipione Maffei il prodigio strutturale della magnifica scala di forma elicoidale che dalle cantine giunge fino al tetto, coronata da una grande lanterna e da statue, una sfida alle leggi di gravità per quel suo essere stata eseguita '' sostenendosi essa tutta in se stessa''.
Il piano nobile, dove oggi è esposta la Collezione Carlon, conserva nei saloni d'ingresso e in quello aperto su Piazza delle Erbe la testimonianza di un ciclo di affreschi eseguiti con ogni probabilità tra il XVIII e il XIX secolo, d'impronta classicheggiante.
La proposta e il percorso espositivo sono sorprendenti, con oltre 350 opere, tra cui quasi 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni e un'importante selezione di oggetti d'arte applicata (mobili d'epoca, vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche sei-settecentesche, ma anche argenti, avori, manufatti lignei, pezzi d'arte orientale, rari volumi) e con una scelta espositiva dalla ''doppia anima''.


Nella prima parte, connotata dagli affacci sulla piazza, si privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo a ricreare l'atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer e di una sintesi tra le arti, con nuclei tematici d'arte antica in cui irrompe all'improvviso il dialogo con la modernità; nella seconda parte, dedicata al Novecento e all'arte contemporanea, si è invece voluta creare una vera e propria galleria museale, ove spiccano molti capolavori, si scorge la passione per il Futurismo e la Metafisica e s'incontrano alcuni dei massimi artisti del XX secolo: Boccioni, Balla, Severini, ma anche Picasso e Braque; de Chirico, Casorati e Morandi accanto a Magritte, Max Ernst, Duchamp.
E ancora Afro, Vedova, Fontana, Burri, Tancredi, De Dominicis, Manzoni e molti altri.
Per Luigi Carlon, Cavaliere del Lavoro, le opere raccolte negli anni sono racconti di vita, gesti d'amore, testimonianze di quella sensibilità unica e singolare che egli ha colto negli artisti fin da giovane e dalla quale è stato affascinato e colpito.
La collezione contiene molti nuclei significativi, che testimoniano l'organicità delle acquisizioni, mentre l'interesse per la storia artistica veronese rappresenta un elemento di forte valore identitario della raccolta d'arte antica che vanta una sorta di compendio di storia dell'arte del territorio scaligero, con opere tra gli altri di Altichiero e Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de' Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci, Jacopo Ligozzi, Alessandro Turchi, Marc'Antonio Bassetti, Antonio Balestra, Giambettino Cignaroli.
Dalla visione privata, dall'intimo della residenza quotidiana, questo patrimonio d'arte diventa ora ricchezza condivisa con la città e con il pubblico, in un edificio fortemente simbolico come è appunto Palazzo Maffei, il cui nucleo originario tardo-medievale sorge nell'area del Capitolium, il complesso votivo dedicato alla Triade Capitolina, costruito quando Verona divenne municipio romano (49 a.C.), e di cui nei sotterranei del palazzo restano ancora le evidenze.




Il percorso si sviluppa quindi cronologicamente e per temi, lungo 18 sale, dove si susseguono quei corto circuiti emotivi che ben rispondono alla sensibilità e al gusto collezionistico di Luigi Carlon: è il caso dei tagli rossi di Fontana - uno tra i notevoli Concetti spaziali esposti - accostati a tavole a fondo oro d'arte sacra del tre-quattrocento; della monumentale Maternità di Arturo Martini, a tu per tu con antiche e importanti rappresentazioni iconografiche della Madonna con Bambino; o ancora dei potenti affondi sul tema della guerra e del conflitto con Lencillo, Marino Marini e Alberto Burri - una magnifica combustione, Tutto nero, del 1957 - in dialogo con le eroiche battaglie di Matteo Stom e Antonio Calza.
Un crescendo di emozioni, passando tra le protagoniste femminili della storia e del mito e le vedute di Verona, per poi percorrere tutto d'un fiato le principali avanguardie del Novecento costellate di imperdibili capolavori, fino alle istanze più attuali con Pistoletto, Cattelan, De Dominicis, Erlich, Nannucci ecc.
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Franca D.Scotti

Febbraio 2020

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SAN VALENTINO A FIRENZE: SULLE ORME DELLE LOVE STORY PIÙ FAMOSE DEL PASSATO




Brindare al proprio amore sulla terrazza panoramica del PLUS Florence, ostello di design

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SCEGLI CON VUELING IL SAN VALENTINO CHE PREFERISCI!




Tre città per tre diversi 14 febbraio: Vienna, Amsterdam e Parigi sono le destinazioni da scegliere!

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LE MARCHE CELEBRANO RAFFAELLO A COMINCIARE DA URBINO





Inserita dal New York Times tra le mete 2020, la regione Marche organizza una serie di eventi dedicati al suo illustre concittadino

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VILLEROY & BOCH: UNA GIOIOSA SPRING COLLECTION




Allegria in tavola con la Spring collection 2020 di Villeroy & Boch

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VIETATO IL MULTITASKING, UNA COSA PER VOLTA È MEGLIO!




Nel suo libro "Multitasking? No, grazie", la coach Chiara Cecutti sostiene che la donna perfetta non esiste

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Da Royal Caribbean Group "Cruise with Confidence"




In tempi eccezionali, la formula proposta da RCG per consentire la cancellazione fino a 48 ore prima della partenza.


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ZOË KRAVITZ INCANTA TUTTI AL SAINT LAURENT SHOW WINTER 20




Zoë Kravitz: makeup look da sfilata by YSL Beauté
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EXOTIC BLOSSOM: LA NUOVA FRAGRANZA PRIMAVERILE IN EDIZIONE LTD DI MICHAEL KORS


Michael Kors presenta Exotic Blossom.
Una miscela di frutti freschi e fiori esotici che sprigiona un'accattivante profumazione: gioioso, evocativo, di un paradiso inondato dal sole. ... CONTINUA

APRE A VERONA LA CASA-MUSEO ''PALAZZO MAFFEI''




Una collezione d'arte straordinaria a ''Palazzo Maffei'', frutto del restauro del più importante edificio seicentesco della città e dell'apertura al pubblico della strabiliante collezione Luigi Carlon

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IL PROGETTO DI RICERCA ''BRERA-CESARI''




Un workshop che porta la creatività di giovani artisti nella grande azienda vitivinicola veronese Cesari: arte contemporanea in Valpolicella

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SAN VALENTINO A FIRENZE: SULLE ORME DELLE LOVE STORY PIÙ FAMOSE DEL PASSATO




Brindare al proprio amore sulla terrazza panoramica del PLUS Florence, ostello di design

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SCEGLI CON VUELING IL SAN VALENTINO CHE PREFERISCI!




Tre città per tre diversi 14 febbraio: Vienna, Amsterdam e Parigi sono le destinazioni da scegliere!

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LE MARCHE CELEBRANO RAFFAELLO A COMINCIARE DA URBINO





Inserita dal New York Times tra le mete 2020, la regione Marche organizza una serie di eventi dedicati al suo illustre concittadino

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''DAL VIVO SONO MOLTO MEGLIO'' con PAOLA MINACCIONI.
PER DARE UNA SPERANZA DI FUTURO AI GIOVANI CENTRAFRICANI


La poliedrica attrice Paola Minaccioni in scena al Teatro Serassi, Villa d'Almè a sostegno del Progetto ''La Scuola dei Mestieri'' promosso da Amici per il Centrafrica Carla Pagani Onlus ... CONTINUA

PER FERRAGAMO PARFUMS UN NUOVO AMBASSADOR


(Photo by Jacopo Raule/Getty Images for Salvatore Ferragamo)
Hero Fiennes Tiffin è l'ambassador di Ferragamo la nuova fragranza maschile di Salvatore Ferragamo ... CONTINUA

NUOVO CEO PER BEAUTY AND LUXURY


Beauty and Luxury il nuovo decennio si apre con una new entry.
Entra a far parte del direttivo dell'azienda Stefano Malachin, che assume l'incarico di Amministratore Delegato ... CONTINUA

A TORINO L'IMPORTANTE MOSTRA ANDREA MANTEGNA. RIVIVERE L'ANTICO, COSTRUIRE IL MODERNO




Passione per l'antichità classica, ardite sperimentazioni prospettiche e uno straordinario realismo nella resa della figura umana

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SEXY ED ELEGANTI LA NOTTE DI CAPODANNO CON EMILIO PUCCI


Capodanno 2020 fra lurex, pailllettes e frange
Capodanno si avvicina, cosa indosseremo nella notte più magica dell'anno? Il look per il 31 dicembre va studiato con cura e un po' di anticipo, per non ritrovarsi poche ore prima della festa a fissare sconsolate l'armadio ripetendo la solita frase: "Non ho nulla da mettermi". ... CONTINUA

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