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A Locarno, alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca: ''Robert Indiana''





Fino al 13 agosto, la Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno ospita la bella mostra ''Robert Indiana'' a cura di Rudy Chiappini

Franca D.Scotti



Riconosciuto a livello internazionale per le sue opere, il celebre artista statunitense Robert Indiana è il protagonista di una grande mostra alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno.
L'esposizione fa seguito alle ampie retrospettive promosse al MoMA, al Whitney Museum di New York e in altri grandi musei americani ed europei, ultimo dei quali in ordine di tempo, il Museo di Stato russo di San Pietroburgo, dove una sua mostra è stata organizzata la scorsa estate.
Numerose tra le più significative opere di Indiana di quest'ultima rassegna sono presentate, unitamente ad altri dipinti e sculture raramente esposti, a Locarno.

La straordinaria fama di Indiana è inoltre indubbiamente legata alla sua scultura ''LOVE'', icona inconfondibile della Pop Art, che si può ammirare in importanti luoghi pubblici di tutto il mondo, dalla Sixth Avenue a New York ai giardini del Museum of Art a New Orleans, fino alla piazza principale di Taipei.


La mostra di Locarno, nell'ambito della quale il pubblico potrà ammirare le principali opere pittoriche e scultoree dell'artista americano, realizzate a partire dalla fine degli anni '50, è frutto di una proficua collaborazione con la Galerie Gmurzynska di Zurigo e si configura come la prima personale di Indiana in un museo svizzero.

''Ci sono più segni che alberi in America. Ci sono più segni che foglie. Per questo penso a me stesso come a un pittore del paesaggio americano''. Così dichiarava Robert Indiana in un'intervista al New York Times.

L'artista, nato a New Castle nel 1928 come Robert Clark (il nome d'arte deriva
dal suo stato di origine), è riconosciuto come una delle voci leader della Pop Art, insieme a Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Tom Wesselmann e James Rosenquist.


Indiana, tuttavia, si distingue dai colleghi per la peculiarità della sua arte, con riferimenti alleproprie radici culturali e pittoriche e in cui fonde idea, parola e immagine in forme da lui stesso definite ''verbali-visuali''. Il suo pensiero artistico è al tempo stesso visivo e verbale: consapevole del fatto che il linguaggio gioca un ruolo nel processo del pensiero e questo include la sua identificazione con qualcosa di visivo, nelle sue opere l'artista fa emergere le immagini dalle parole e, viceversa, le parole dalle immagini.

Indiana è uno scrittore che dipinge e ciò lo rende unico. Il suo interesse principale è la
comunicazione delle idee attraverso un linguaggio in cui l'uso del testo, dei segni e dei numeri spinge l'osservatore ad un dialogo. L'artista utilizza le sue immagini-testo come stimoli per l'immaginazione: lo spettatore è pertanto invitato a creare una connessione tra il significato di una parola e la propria associazione personale.



Robert Indiana utilizza segni che sono diffusi e universalmente noti, con l'intento di proporre un'arte immediata e d'impatto, che possa essere alla portata di tutti, mescolata però con un profondo significato esistenziale. Ogni opera è infatti pervasa da una vasta gamma di riferimenti autobiografici, culturali, storici. Si può pertanto affermare che nella sua arte s'incontrano una grande semplificazione formale e un'elevata complessità intellettuale.

L'artista propone uno stile grafico dove domina il colore e dove si ritrovano ampiamente i segni della pubblicità, conquistando nell'immediato l'attenzione dell'osservatore.

Un elemento rilevante del lavoro di Robert Indiana è inoltre la tipografia. Opere come Decade Autoportrait 1968 presentano infatti sovrapposizioni di segni diversi, che accentuano l'espressione delle sue idee visive, nutrite anche dal confronto diretto con esponenti del movimento minimalista come Ellsworth Kelly, Agnes Martin e Jack Youngerman, che ha contribuito allo stile geometrico delle sue opere.

La mostra a Casa Rusca indaga, attraverso circa sessanta opere, la produzione dell'artista a partire dalla fine degli anni Cinquanta, quando si trasferisce nella Grande Mela in un loft nella zona portuale di Coenties Slip, dove l'incontro con i citati rappresentanti del movimento minimalista lo porta a una svolta stilistica, raccogliendo tutto il fascino di una pittura dalla vena geometrica, pulita, ''hard-edge''.

Accanto ai primi dipinti di natura astratta, il percorso espositivo presenta gli assemblaggi denominati ''herms'' realizzati con del materiale usurato (alberi di navi, assi di legno, metallo e ruote arrugginite), le colonne percorse da brevi iscrizioni, le sculture (la famosissima ''LOVE''), fino alle recenti creazioni in cui i temi della sua ricerca sono tradotti in ideogrammi.

Indiana è infatti conosciuto soprattutto come ''l'uomo che inventò LOVE'', una parola che lo segue dal 1966, quando il primo ''LOVE'' lo catapultò agli onori e alla fama.
Icona universale, la celebre opera ''LOVE'' fu realizzata per la prima volta nel 1965 - su commissione del MoMA - come cartolina di auguri di Natale, prima di diventare scultura in alluminio policromo. ''LOVE'' è stata inoltre simbolo del movimento pacifista degli anni '60 e delle successive generazioni.




Alla sua opera più riconoscibile fa da contraltare la scultura ''AMOR'' (1998), con la medesima struttura a coppie di lettere sovrapposte.
La transizione di ''LOVE'' da dipinto a stampa a scultura culmina nel monumentale ''LOVE WALL'' (1966), presente in mostra. In esso si osserva il ricorso alla ripetizione speculare delle immagini utilizzata spesso dall'artista quale espediente per richiamare la sua ''visione binoculare'': raddoppiando l'immagine suggerisce due opposti punti di vista e/o una visione interiore e una esteriore.

In assoluto fra le immagini più sfruttate e replicate al mondo, ''LOVE'' è entrata nella cultura di massa, è stata ed è tuttora riprodotta nelle pubblicità, sulle copertine di libri e dischi, in riviste, poster, sui capi d'abbigliamento e di arredamento, e così via. La sua esplosiva popolarità, ai tempi in cui fu creata, cambiò la percezione di tutti su Indiana e sul suo lavoro.
Nel 1978 l'artista decide di lasciare la pulsante New York per ritirarsi nella quiete di Vinalhaven, un'isola del Maine, dove vive oramai da più di 30 anni.

Questo cambiamento ha una ripercussione enorme sulla sua produzione e si riflette, ad esempio, nella serie ''Decade: Autoportraits - Vinalhaven Suite'' (1980), dieci quadri ognuno dei quali ricapitola un anno della sua vita nel corso degli anni '70. Si tratta del seguito di un ciclo di autoritratti che vividamente incapsula la sua strategia autoreferenziale attraverso composizioni che fondono parole, numeri e simboli.

Il ''sogno americano'' è un altro dei temi più ricorrenti e noti della produzione di Robert Indiana. La retorica e l'utopia collettiva di una nazione-modello secondo cui attraverso il duro lavoro, il coraggio, la determinazione sia possibile raggiungere libertà, felicità e benessere materiale ha sempre influenzato l'immaginario dell'artista. Il tema inizia a popolare i suoi lavori nel 1960 (''The American Dream n.1'' fu il primo lavoro di Indiana ad essere venduto ad un'istituzione pubblica e
coincise con l'inizio della sua ascesa nel mondo dell'arte), per diventare in seguito una serie (la prima nel 1960-61, la settima nel 1997-98).
Ma il commento di Indiana sul sogno americano è critico. Così scrive nella sua Autocronologia: ''…quite simply, the American Dream was broken''. Indiana si riferisce a un concetto di nazionalità, a un sentimento che appartiene alla generazione dei suoi genitori (vittime della Grande Depressione e ciononostante entrambi possessori di un Ford T, al tempo stesso simbolo di un sogno realizzato e di evasione da una realtà dura e amara).

L'artista ha sempre descritto i suoi lavori con le tre C: celebrativi, commemorativi e colorati.

Impegnato socialmente e politicamente durante tutta la sua carriera, Indiana ha sensibilizzato le coscienze raccogliendo finanziamenti per diverse cause, tra cui quelle per i diritti civili. Nel dipinto ''The Rebecca'' (trattasi del nome di una nave statunitense che trasportava schiavi), ad esempio, non si può ignorare la sua visione cinica del sogno americano: la promessa dell'uguaglianza, della libertà e della ricerca della felicità contenuta nella Dichiarazione d'Indipendenza qui appare incompleta nella misura in cui si indirizza solo ad una parte della popolazione.

Dopo che fu testimone degli attentati alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, Indiana dipinge anche una serie di opere come inno e grido alla pace, i Peace Paintings, esposti a New York nel 2004.

In passato in parte incompreso e ingiustamente dimenticato dalla critica, negli ultimi anni Indiana, con la sua complessità concettuale dell'arte, è stato al centro dell'attenzione di critici e storici dell'arte. Oggi gli si riconosce la capacità di avere esplorato i grandi temi dell'esistenza attraverso gli occhi della memoria, di avere espresso la propria comprensione personale delle aspirazioni e dei fallimenti associati al ''sogno americano'' e di essere stato un precursore nell'uso dei segni e del linguaggio ampiamente adoperato dagli artisti contemporanei.

SEDE Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant'Antonio, 6600 Locarno
PRENOTAZIONI +41 (0)91 756 31 85
INFORMAZIONI Dicastero Cultura Città di Locarno
Piazzetta de' Capitani 2, 6600 Locarno
+41 (0)91 756 31 70 ?servizi.culturali@locarno.ch
www.museocasarusca.ch
www.locarno.ch

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A Locarno, alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca: ''Robert Indiana''





Fino al 13 agosto, la Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno ospita la bella mostra ''Robert Indiana'' a cura di Rudy Chiappini

Franca D.Scotti



Riconosciuto a livello internazionale per le sue opere, il celebre artista statunitense Robert Indiana è il protagonista di una grande mostra alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno.
L'esposizione fa seguito alle ampie retrospettive promosse al MoMA, al Whitney Museum di New York e in altri grandi musei americani ed europei, ultimo dei quali in ordine di tempo, il Museo di Stato russo di San Pietroburgo, dove una sua mostra è stata organizzata la scorsa estate.
Numerose tra le più significative opere di Indiana di quest'ultima rassegna sono presentate, unitamente ad altri dipinti e sculture raramente esposti, a Locarno.

La straordinaria fama di Indiana è inoltre indubbiamente legata alla sua scultura ''LOVE'', icona inconfondibile della Pop Art, che si può ammirare in importanti luoghi pubblici di tutto il mondo, dalla Sixth Avenue a New York ai giardini del Museum of Art a New Orleans, fino alla piazza principale di Taipei.


La mostra di Locarno, nell'ambito della quale il pubblico potrà ammirare le principali opere pittoriche e scultoree dell'artista americano, realizzate a partire dalla fine degli anni '50, è frutto di una proficua collaborazione con la Galerie Gmurzynska di Zurigo e si configura come la prima personale di Indiana in un museo svizzero.

''Ci sono più segni che alberi in America. Ci sono più segni che foglie. Per questo penso a me stesso come a un pittore del paesaggio americano''. Così dichiarava Robert Indiana in un'intervista al New York Times.

L'artista, nato a New Castle nel 1928 come Robert Clark (il nome d'arte deriva
dal suo stato di origine), è riconosciuto come una delle voci leader della Pop Art, insieme a Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Tom Wesselmann e James Rosenquist.


Indiana, tuttavia, si distingue dai colleghi per la peculiarità della sua arte, con riferimenti alleproprie radici culturali e pittoriche e in cui fonde idea, parola e immagine in forme da lui stesso definite ''verbali-visuali''. Il suo pensiero artistico è al tempo stesso visivo e verbale: consapevole del fatto che il linguaggio gioca un ruolo nel processo del pensiero e questo include la sua identificazione con qualcosa di visivo, nelle sue opere l'artista fa emergere le immagini dalle parole e, viceversa, le parole dalle immagini.

Indiana è uno scrittore che dipinge e ciò lo rende unico. Il suo interesse principale è la
comunicazione delle idee attraverso un linguaggio in cui l'uso del testo, dei segni e dei numeri spinge l'osservatore ad un dialogo. L'artista utilizza le sue immagini-testo come stimoli per l'immaginazione: lo spettatore è pertanto invitato a creare una connessione tra il significato di una parola e la propria associazione personale.



Robert Indiana utilizza segni che sono diffusi e universalmente noti, con l'intento di proporre un'arte immediata e d'impatto, che possa essere alla portata di tutti, mescolata però con un profondo significato esistenziale. Ogni opera è infatti pervasa da una vasta gamma di riferimenti autobiografici, culturali, storici. Si può pertanto affermare che nella sua arte s'incontrano una grande semplificazione formale e un'elevata complessità intellettuale.

L'artista propone uno stile grafico dove domina il colore e dove si ritrovano ampiamente i segni della pubblicità, conquistando nell'immediato l'attenzione dell'osservatore.

Un elemento rilevante del lavoro di Robert Indiana è inoltre la tipografia. Opere come Decade Autoportrait 1968 presentano infatti sovrapposizioni di segni diversi, che accentuano l'espressione delle sue idee visive, nutrite anche dal confronto diretto con esponenti del movimento minimalista come Ellsworth Kelly, Agnes Martin e Jack Youngerman, che ha contribuito allo stile geometrico delle sue opere.

La mostra a Casa Rusca indaga, attraverso circa sessanta opere, la produzione dell'artista a partire dalla fine degli anni Cinquanta, quando si trasferisce nella Grande Mela in un loft nella zona portuale di Coenties Slip, dove l'incontro con i citati rappresentanti del movimento minimalista lo porta a una svolta stilistica, raccogliendo tutto il fascino di una pittura dalla vena geometrica, pulita, ''hard-edge''.

Accanto ai primi dipinti di natura astratta, il percorso espositivo presenta gli assemblaggi denominati ''herms'' realizzati con del materiale usurato (alberi di navi, assi di legno, metallo e ruote arrugginite), le colonne percorse da brevi iscrizioni, le sculture (la famosissima ''LOVE''), fino alle recenti creazioni in cui i temi della sua ricerca sono tradotti in ideogrammi.

Indiana è infatti conosciuto soprattutto come ''l'uomo che inventò LOVE'', una parola che lo segue dal 1966, quando il primo ''LOVE'' lo catapultò agli onori e alla fama.
Icona universale, la celebre opera ''LOVE'' fu realizzata per la prima volta nel 1965 - su commissione del MoMA - come cartolina di auguri di Natale, prima di diventare scultura in alluminio policromo. ''LOVE'' è stata inoltre simbolo del movimento pacifista degli anni '60 e delle successive generazioni.




Alla sua opera più riconoscibile fa da contraltare la scultura ''AMOR'' (1998), con la medesima struttura a coppie di lettere sovrapposte.
La transizione di ''LOVE'' da dipinto a stampa a scultura culmina nel monumentale ''LOVE WALL'' (1966), presente in mostra. In esso si osserva il ricorso alla ripetizione speculare delle immagini utilizzata spesso dall'artista quale espediente per richiamare la sua ''visione binoculare'': raddoppiando l'immagine suggerisce due opposti punti di vista e/o una visione interiore e una esteriore.

In assoluto fra le immagini più sfruttate e replicate al mondo, ''LOVE'' è entrata nella cultura di massa, è stata ed è tuttora riprodotta nelle pubblicità, sulle copertine di libri e dischi, in riviste, poster, sui capi d'abbigliamento e di arredamento, e così via. La sua esplosiva popolarità, ai tempi in cui fu creata, cambiò la percezione di tutti su Indiana e sul suo lavoro.
Nel 1978 l'artista decide di lasciare la pulsante New York per ritirarsi nella quiete di Vinalhaven, un'isola del Maine, dove vive oramai da più di 30 anni.

Questo cambiamento ha una ripercussione enorme sulla sua produzione e si riflette, ad esempio, nella serie ''Decade: Autoportraits - Vinalhaven Suite'' (1980), dieci quadri ognuno dei quali ricapitola un anno della sua vita nel corso degli anni '70. Si tratta del seguito di un ciclo di autoritratti che vividamente incapsula la sua strategia autoreferenziale attraverso composizioni che fondono parole, numeri e simboli.

Il ''sogno americano'' è un altro dei temi più ricorrenti e noti della produzione di Robert Indiana. La retorica e l'utopia collettiva di una nazione-modello secondo cui attraverso il duro lavoro, il coraggio, la determinazione sia possibile raggiungere libertà, felicità e benessere materiale ha sempre influenzato l'immaginario dell'artista. Il tema inizia a popolare i suoi lavori nel 1960 (''The American Dream n.1'' fu il primo lavoro di Indiana ad essere venduto ad un'istituzione pubblica e
coincise con l'inizio della sua ascesa nel mondo dell'arte), per diventare in seguito una serie (la prima nel 1960-61, la settima nel 1997-98).
Ma il commento di Indiana sul sogno americano è critico. Così scrive nella sua Autocronologia: ''…quite simply, the American Dream was broken''. Indiana si riferisce a un concetto di nazionalità, a un sentimento che appartiene alla generazione dei suoi genitori (vittime della Grande Depressione e ciononostante entrambi possessori di un Ford T, al tempo stesso simbolo di un sogno realizzato e di evasione da una realtà dura e amara).

L'artista ha sempre descritto i suoi lavori con le tre C: celebrativi, commemorativi e colorati.

Impegnato socialmente e politicamente durante tutta la sua carriera, Indiana ha sensibilizzato le coscienze raccogliendo finanziamenti per diverse cause, tra cui quelle per i diritti civili. Nel dipinto ''The Rebecca'' (trattasi del nome di una nave statunitense che trasportava schiavi), ad esempio, non si può ignorare la sua visione cinica del sogno americano: la promessa dell'uguaglianza, della libertà e della ricerca della felicità contenuta nella Dichiarazione d'Indipendenza qui appare incompleta nella misura in cui si indirizza solo ad una parte della popolazione.

Dopo che fu testimone degli attentati alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, Indiana dipinge anche una serie di opere come inno e grido alla pace, i Peace Paintings, esposti a New York nel 2004.

In passato in parte incompreso e ingiustamente dimenticato dalla critica, negli ultimi anni Indiana, con la sua complessità concettuale dell'arte, è stato al centro dell'attenzione di critici e storici dell'arte. Oggi gli si riconosce la capacità di avere esplorato i grandi temi dell'esistenza attraverso gli occhi della memoria, di avere espresso la propria comprensione personale delle aspirazioni e dei fallimenti associati al ''sogno americano'' e di essere stato un precursore nell'uso dei segni e del linguaggio ampiamente adoperato dagli artisti contemporanei.

SEDE Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant'Antonio, 6600 Locarno
PRENOTAZIONI +41 (0)91 756 31 85
INFORMAZIONI Dicastero Cultura Città di Locarno
Piazzetta de' Capitani 2, 6600 Locarno
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Fino al 13 agosto, la Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno ospita la bella mostra ''Robert Indiana'' a cura di Rudy Chiappini

Franca D.Scotti



Riconosciuto a livello internazionale per le sue opere, il celebre artista statunitense Robert Indiana è il protagonista di una grande mostra alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno.
L'esposizione fa seguito alle ampie retrospettive promosse al MoMA, al Whitney Museum di New York e in altri grandi musei americani ed europei, ultimo dei quali in ordine di tempo, il Museo di Stato russo di San Pietroburgo, dove una sua mostra è stata organizzata la scorsa estate.
Numerose tra le più significative opere di Indiana di quest'ultima rassegna sono presentate, unitamente ad altri dipinti e sculture raramente esposti, a Locarno.

La straordinaria fama di Indiana è inoltre indubbiamente legata alla sua scultura ''LOVE'', icona inconfondibile della Pop Art, che si può ammirare in importanti luoghi pubblici di tutto il mondo, dalla Sixth Avenue a New York ai giardini del Museum of Art a New Orleans, fino alla piazza principale di Taipei.


La mostra di Locarno, nell'ambito della quale il pubblico potrà ammirare le principali opere pittoriche e scultoree dell'artista americano, realizzate a partire dalla fine degli anni '50, è frutto di una proficua collaborazione con la Galerie Gmurzynska di Zurigo e si configura come la prima personale di Indiana in un museo svizzero.

''Ci sono più segni che alberi in America. Ci sono più segni che foglie. Per questo penso a me stesso come a un pittore del paesaggio americano''. Così dichiarava Robert Indiana in un'intervista al New York Times.

L'artista, nato a New Castle nel 1928 come Robert Clark (il nome d'arte deriva
dal suo stato di origine), è riconosciuto come una delle voci leader della Pop Art, insieme a Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Tom Wesselmann e James Rosenquist.


Indiana, tuttavia, si distingue dai colleghi per la peculiarità della sua arte, con riferimenti alleproprie radici culturali e pittoriche e in cui fonde idea, parola e immagine in forme da lui stesso definite ''verbali-visuali''. Il suo pensiero artistico è al tempo stesso visivo e verbale: consapevole del fatto che il linguaggio gioca un ruolo nel processo del pensiero e questo include la sua identificazione con qualcosa di visivo, nelle sue opere l'artista fa emergere le immagini dalle parole e, viceversa, le parole dalle immagini.

Indiana è uno scrittore che dipinge e ciò lo rende unico. Il suo interesse principale è la
comunicazione delle idee attraverso un linguaggio in cui l'uso del testo, dei segni e dei numeri spinge l'osservatore ad un dialogo. L'artista utilizza le sue immagini-testo come stimoli per l'immaginazione: lo spettatore è pertanto invitato a creare una connessione tra il significato di una parola e la propria associazione personale.



Robert Indiana utilizza segni che sono diffusi e universalmente noti, con l'intento di proporre un'arte immediata e d'impatto, che possa essere alla portata di tutti, mescolata però con un profondo significato esistenziale. Ogni opera è infatti pervasa da una vasta gamma di riferimenti autobiografici, culturali, storici. Si può pertanto affermare che nella sua arte s'incontrano una grande semplificazione formale e un'elevata complessità intellettuale.

L'artista propone uno stile grafico dove domina il colore e dove si ritrovano ampiamente i segni della pubblicità, conquistando nell'immediato l'attenzione dell'osservatore.

Un elemento rilevante del lavoro di Robert Indiana è inoltre la tipografia. Opere come Decade Autoportrait 1968 presentano infatti sovrapposizioni di segni diversi, che accentuano l'espressione delle sue idee visive, nutrite anche dal confronto diretto con esponenti del movimento minimalista come Ellsworth Kelly, Agnes Martin e Jack Youngerman, che ha contribuito allo stile geometrico delle sue opere.

La mostra a Casa Rusca indaga, attraverso circa sessanta opere, la produzione dell'artista a partire dalla fine degli anni Cinquanta, quando si trasferisce nella Grande Mela in un loft nella zona portuale di Coenties Slip, dove l'incontro con i citati rappresentanti del movimento minimalista lo porta a una svolta stilistica, raccogliendo tutto il fascino di una pittura dalla vena geometrica, pulita, ''hard-edge''.

Accanto ai primi dipinti di natura astratta, il percorso espositivo presenta gli assemblaggi denominati ''herms'' realizzati con del materiale usurato (alberi di navi, assi di legno, metallo e ruote arrugginite), le colonne percorse da brevi iscrizioni, le sculture (la famosissima ''LOVE''), fino alle recenti creazioni in cui i temi della sua ricerca sono tradotti in ideogrammi.

Indiana è infatti conosciuto soprattutto come ''l'uomo che inventò LOVE'', una parola che lo segue dal 1966, quando il primo ''LOVE'' lo catapultò agli onori e alla fama.
Icona universale, la celebre opera ''LOVE'' fu realizzata per la prima volta nel 1965 - su commissione del MoMA - come cartolina di auguri di Natale, prima di diventare scultura in alluminio policromo. ''LOVE'' è stata inoltre simbolo del movimento pacifista degli anni '60 e delle successive generazioni.




Alla sua opera più riconoscibile fa da contraltare la scultura ''AMOR'' (1998), con la medesima struttura a coppie di lettere sovrapposte.
La transizione di ''LOVE'' da dipinto a stampa a scultura culmina nel monumentale ''LOVE WALL'' (1966), presente in mostra. In esso si osserva il ricorso alla ripetizione speculare delle immagini utilizzata spesso dall'artista quale espediente per richiamare la sua ''visione binoculare'': raddoppiando l'immagine suggerisce due opposti punti di vista e/o una visione interiore e una esteriore.

In assoluto fra le immagini più sfruttate e replicate al mondo, ''LOVE'' è entrata nella cultura di massa, è stata ed è tuttora riprodotta nelle pubblicità, sulle copertine di libri e dischi, in riviste, poster, sui capi d'abbigliamento e di arredamento, e così via. La sua esplosiva popolarità, ai tempi in cui fu creata, cambiò la percezione di tutti su Indiana e sul suo lavoro.
Nel 1978 l'artista decide di lasciare la pulsante New York per ritirarsi nella quiete di Vinalhaven, un'isola del Maine, dove vive oramai da più di 30 anni.

Questo cambiamento ha una ripercussione enorme sulla sua produzione e si riflette, ad esempio, nella serie ''Decade: Autoportraits - Vinalhaven Suite'' (1980), dieci quadri ognuno dei quali ricapitola un anno della sua vita nel corso degli anni '70. Si tratta del seguito di un ciclo di autoritratti che vividamente incapsula la sua strategia autoreferenziale attraverso composizioni che fondono parole, numeri e simboli.

Il ''sogno americano'' è un altro dei temi più ricorrenti e noti della produzione di Robert Indiana. La retorica e l'utopia collettiva di una nazione-modello secondo cui attraverso il duro lavoro, il coraggio, la determinazione sia possibile raggiungere libertà, felicità e benessere materiale ha sempre influenzato l'immaginario dell'artista. Il tema inizia a popolare i suoi lavori nel 1960 (''The American Dream n.1'' fu il primo lavoro di Indiana ad essere venduto ad un'istituzione pubblica e
coincise con l'inizio della sua ascesa nel mondo dell'arte), per diventare in seguito una serie (la prima nel 1960-61, la settima nel 1997-98).
Ma il commento di Indiana sul sogno americano è critico. Così scrive nella sua Autocronologia: ''…quite simply, the American Dream was broken''. Indiana si riferisce a un concetto di nazionalità, a un sentimento che appartiene alla generazione dei suoi genitori (vittime della Grande Depressione e ciononostante entrambi possessori di un Ford T, al tempo stesso simbolo di un sogno realizzato e di evasione da una realtà dura e amara).

L'artista ha sempre descritto i suoi lavori con le tre C: celebrativi, commemorativi e colorati.

Impegnato socialmente e politicamente durante tutta la sua carriera, Indiana ha sensibilizzato le coscienze raccogliendo finanziamenti per diverse cause, tra cui quelle per i diritti civili. Nel dipinto ''The Rebecca'' (trattasi del nome di una nave statunitense che trasportava schiavi), ad esempio, non si può ignorare la sua visione cinica del sogno americano: la promessa dell'uguaglianza, della libertà e della ricerca della felicità contenuta nella Dichiarazione d'Indipendenza qui appare incompleta nella misura in cui si indirizza solo ad una parte della popolazione.

Dopo che fu testimone degli attentati alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, Indiana dipinge anche una serie di opere come inno e grido alla pace, i Peace Paintings, esposti a New York nel 2004.

In passato in parte incompreso e ingiustamente dimenticato dalla critica, negli ultimi anni Indiana, con la sua complessità concettuale dell'arte, è stato al centro dell'attenzione di critici e storici dell'arte. Oggi gli si riconosce la capacità di avere esplorato i grandi temi dell'esistenza attraverso gli occhi della memoria, di avere espresso la propria comprensione personale delle aspirazioni e dei fallimenti associati al ''sogno americano'' e di essere stato un precursore nell'uso dei segni e del linguaggio ampiamente adoperato dagli artisti contemporanei.

SEDE Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant'Antonio, 6600 Locarno
PRENOTAZIONI +41 (0)91 756 31 85
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Penhaligon's svela il suo primo dolce e delizioso profumo gourmand, ispirato alla tradizione tipicamente inglese del tè pomeridiano, ed al momento di transizione in cui il giorno diventa sera e l'inverno cede il passo alla primavera. ... CONTINUA

PAOLAP presenta DOLL HOUSE SPRING SUMMER '17 collection


DOLL HOUSE è la nuova collezione S/S '17 di PAOLAP ispirata all'omonimo testo teatrale ''Casa di bambola'' di H. Ibsen e dedicata a tutte le donne che credono in loro stesse e nell'autenticità del proprio essere. ... CONTINUA

L'OREAL ti regala la bellezza più pura dei tuoi capelli con BOTANICALS FRESH CARE


Botanicals è un atelier dedicato alla creazione di prodotti per capelli di alta qualità con una selezione di ingredienti di origine naturale. I nostri formulatori lavorano per creare complessi botanici dalle elevate prestazioni, con texture ultra-sensoriali e fragranze uniche. ... CONTINUA

LAVERA NATURKOSMETIK presenta HYDRO EFFECT SERUM per un incarnato fresco e luminoso


Siero dalla texture molto concentrata, leggera ad alto assorbimento che protegge da polveri sottili, apporta intensa idratazione, riduce la perdita di acqua e contrasta i radicali liberi. ... CONTINUA

LIMONI conquista la Sicilia confermandola nuovo polo di bellezza in Italia


LLG Leading Luxury Group, il più grande polo del beauty luxury in Italia, annuncia l'apertura della sua ventesima Beauty Lounge, proprio nella città di Palermo, in via Marchese di Roccaforte. ... CONTINUA

Al via la stagione per La Plage Resort di Taormina





Novità per il Resort di Ragosta Hotels Collection in Sicilia

Franca D.Scotti

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Antica Osteria La Rampina: Pasqua en plein air





''Locale più antico della provincia di Milano ancora in attività''

Franca D.Scotti

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 HILFIGER DENIM lancia la collezione TOMMY JEANS per la primavera 2017, ispirata agli anni '90


Tommy Hilfiger, controllata da PVH Corp. NYSE: PVH, annuncia il lancio della collezione Tommy Jeans di Hilfiger Denim per la primavera 2017.  ... CONTINUA

BAGUTTA costruisce la camicia su misura nella nuova BOUTIQUE VINICIO DI GENOVA


Si è svolto nel corso del weekend, nella cornice del centro storico di Genova, l'evento interamente dedicato al su misura firmato BAGUTTA con l'allestimento di uno spazio all'interno della nuova boutique VINICIO, ... CONTINUA

I RAY-BAN METEOR tornano in esclusiva su RAY-BAN.COM e presso FLAGSHIP STORE selezionati


Arriva l'ultima proposta del programma Ray-Ban Reloaded, solo per un periodo di tempo limitato
Ray-Ban presenta la terza edizione del programma Ray-Ban Reloaded, nato per riportare in auge le collezioni passate del marchio. ... CONTINUA

A Lugano, Museo d'arte della Svizzera italiana: ''Boetti/Salvo''





Fino al 27 agosto al LAC Lugano Arte e Cultura ''Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando''

Franca D.Scotti

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A Locarno, alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca: ''Robert Indiana''





Fino al 13 agosto, la Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno ospita la bella mostra ''Robert Indiana'' a cura di Rudy Chiappini

Franca D.Scotti

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Franca D.Scotti

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A Carpi, musei di Palazzo dei Pio: Alla corte del re di Francia (1505-1535)





Fino al 18 giugno la mostra dedicata ad Alberto Pio e gli artisti di Carpi nei cantieri del Rinascimento francese

Franca D.Scotti

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Alla Villa Reale di Monza: da Monet a Bacon. Capolavori della Johannesburg Art Gallery




Fino al 2 luglio, la stagione espositiva della Villa Reale di Monza si arricchisce di un nuovo appuntamento

Franca D.Scotti

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PENHALIGON'S ti porta all'HAMMAM


Penhaligon's presenta Savoy Steam, creata dal profumiere Juliette Karagueuzolglou, una fragranza fresca che regala la sensazione di benessere che si prova in un hammam. ... CONTINUA

EQUINOX BLOOM un tè del pomeriggio ed un bouquet di primi fiori primaverili by PENHALIGON'S


Penhaligon's svela il suo primo dolce e delizioso profumo gourmand, ispirato alla tradizione tipicamente inglese del tè pomeridiano, ed al momento di transizione in cui il giorno diventa sera e l'inverno cede il passo alla primavera. ... CONTINUA

PAOLAP presenta DOLL HOUSE SPRING SUMMER '17 collection


DOLL HOUSE è la nuova collezione S/S '17 di PAOLAP ispirata all'omonimo testo teatrale ''Casa di bambola'' di H. Ibsen e dedicata a tutte le donne che credono in loro stesse e nell'autenticità del proprio essere. ... CONTINUA

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