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Locarno, Casa Rusca: Rotella e il Cinema


Alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno, fino al 14 agosto, l'esposizione ''Rotella e il Cinema'' dedicata a una delle personalità più rappresentative e influenti dell'arte italiana del
secolo scorso.


Franca D.Scotti


Nel suo percorso di vita artistica Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006) si è sempre
dimostrato un grande sperimentatore.
La sua capacità di aprire uno spazio nuovo e di rivoluzionare i linguaggi artistici del dopoguerra lo ha fatto apprezzare nel mondo e, in particolare, nelle grandi capitali dell'arte che sono state il teatro della sua indagine (Roma, Milano, Parigi e New York).
Oltre che alle principali mostre dei Nouveaux Réalistes e a più di cento esposizioni personali in
Italia e all'estero, l'artista ha partecipato a importanti rassegne internazionali .
Il tema centrale su cui si focalizza la mostra riguarda il rapporto che l'artista ha avuto con il mondo
del cinema. A questo fine, per meglio evidenziare la stretta connessione esistente tra i suoi lavori e
la realtà cinematografica, sono stati selezionati alcuni film, i cui manifesti sono stati per Rotella
fonte di ispirazione.

Il percorso espositivo - in cui sono presenti una sessantina di opere - analizza il periodo a ridosso
degli anni Sessanta fino al termine della sua carriera artistica avvenuta con la sua scomparsa nel
2006 all'età di 87 anni.

Artista eversivo, inventore inesauribile, autore di poemi e di composizioni musicali, suonatore di
strumenti a percussione, cantante, attore e viaggiatore instancabile. La vita di Rotella sembra tratta
da un romanzo. Da bambino riflessivo e intimamente riservato ad adulto incline alla meditazione
quale veicolo per dare espressione alla propria creatività, l'artista descrive così la sua filosofia: ''Ci
vuole distacco, sintesi, compassione. Soprattutto ci vuole un radar mentale orientato
costantemente sulla società''.

Interprete sottile di un mondo in rapido cambiamento, ha documentato i costumi e gli avvenimenti
della sua epoca, divenendo lui stesso un personaggio di quella ''società di massa'' caratterizzata
dalla nuova cultura dell'effimero che trova nella comunicazione mediatica la sua ragione d'essere.
E' nella Roma degli anni Cinquanta in cui si respira un clima culturale effervescente e
dinamico concentrato sul dibattito tra astrattismo e arte figurativa, che l'artista ha improvvisamente
quella che definisce un' ''illuminazione Zen'': la scoperta del manifesto pubblicitario come
espressione artistica della città.

Sono le lacerazioni causate dalle intemperie e dai passanti a suggerirgli nel 1953 di strappare
furtivamente i manifesti affissi sui muri per poi collezionarli nel suo atelier. Con grande intuizione e
preveggenza, Rotella si appropria del manifesto e dei suoi frammenti. Nascono i primi décollages e
i retro d'affiches costituiti da vari strati di manifesti incollati su una superficie di cartone o di tela,
siano essi il recto o il verso, rielaborati nello studio tramite un raschietto appuntito
(che richiama lo
strumento del pennello ma che è più industriale e impersonale), con cui traccia dei ritagli sui lembi
di carta.
Un'invenzione in sé inevitabile, tanto che circa negli stessi anni altri artisti la sviluppano. Infatti
Rotella condivide lo stesso interesse con Jacques Mahé de la Villeglé, Raymond Hains, François
Dufrêne, Gérard Deschamps i quali, su invito del critico francese Pierre Restany nel 1960,
confluiscono nel Nouveau Réalisme che riunisce, fra gli altri, Yves Klein, Arman, Jean Tinguely,
Daniel Spoerri, César, Christo e Niki de Saint Phalle.
Il movimento intercetta la straordinaria trasformazione degli anni Sessanta in cui il vero
protagonista è il consumismo in tutte le sue differenti declinazioni.

È un mutamento profondo percepito chiaramente da Rotella che ricorre ad un simbolo del contesto urbano e lo immette nel circuito dell'arte.
I suoi décollages sono contrassegnati da una ricchezza segnica e visiva dove lo
strappo emerge in tutta la sua carica trasgressiva e provocatoria. Riprendendo le sue parole: ''Io
incollo i manifesti poi li strappo: nascono forme nuove, imprevedibili. Ho abbandonato il cavalletto
per protesta.''
In questa sua necessità di andare oltre la pittura per conquistare nuovi spazi fisici e mentali l'artista
decide, in seguito, di impadronirsi di tutta l'immagine del manifesto. Smette di produrre i retro
d'affiches in favore dei décollages contraddistinti da immagini chiaramente leggibili e orienta la sua
produzione verso opere di tipo maggiormente figurativo come Ercole (1960), Al Malibran (1962),
Marilyn truccata (1963).

Nel 1962, gli spunti iconografici e linguistici del cinema e del manifesto cinematografico sono
presentati in occasione della sua prima personale parigina ''Cinecittà'' alla Galleria J.
Rotella irrompe nell'universo delle celebrità del grande schermo (La dolce vita, 1963) e si appropria dei
volti dei grandi miti di Hollywood (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Rita Hayworth, Clark Gable, John
Wayne, Cary Grant, Elvis Presley, Liza Minnelli, Anita Ekberg, Sophia Loren, Marcello
Mastroianni), dell'aspetto grafico delle scritte e dei titoli,
ma anche delle immagini da circo, della
cartellonistica pubblicitaria sui beni di largo consumo, come delle tragedie politiche.
In occasione della XXXII Biennale di Venezia del 1964, a Rotella viene assegnata una sala dove
trovano posto i grandi décollages realizzati negli anni precedenti tra cui Marilyn (1963), l'opera che
ottiene più successo. È la consacrazione ufficiale, ma avviene nel periodo più drammatico della sua vita: accusato di possesso e spaccio di stupefacenti, trascorre cinque mesi di detenzione a Regina Coeli fino al processo, conclusosi con un'assoluzione generale. L'esperienza del carcere lo segna profondamente tanto che decide di trasferirsi a Parigi, dove resterà per una quindicina di anni, accolto dall'amico Restany e dalla moglie Jeannine.

Nell'ultimo periodo della sua attività, dopo la serie delle nuove icone, Rotella torna al décollage declinandolo con rinnovata energia. Sono di questo periodo i lavori in cui utilizza i poster di colossal come Lassù qualcuno mi ama (2000), Via col vento (2004) o Fort Apache (2004). Tra tutti gli attori che in questi anni ripopolano l'universo rotelliano è però sempre Marilyn che incarna ai suoi occhi la potenza seduttiva dell'universo femminile, per lui icona cinematografica senza tempo. Si triplica, come in un sogno senza fine, in Le Marilyn di Rotella (2002), torna in Cinemascope (2003) e giganteggia in Mirabilia (Marilyn) (2004).
Nel 2000, per volontà dell'artista, è stata costituita la Fondazione Mimmo Rotella a cui ha fatto seguito l'inaugurazione nel 2005 della Casa della Memoria a Catanzaro: la casa natale raccoglie un corpus di opere importanti del Maestro e si pone come punto di riferimento per lo studio, la divulgazione e la promozione dell'arte contemporanea.
La mostra, in collaborazione con la 69esima edizione del Festival del film di Locarno, resterà aperta fino al 14 agosto 2016 ed è organizzata con il Mimmo Rotella Institute e la Fondazione Mimmo Rotella.
Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant'Antonio
CH - 6600 Locarno
Tel: +41 (0)91 756 31 85
ORARI: Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00
PRENOTAZIONI Pinacoteca Comunale Casa Rusca Tel. +41 (0)91 756 31 85
e-mail: servizi.culturali@locarno.ch
www.museocasarusca.ch
www.locarno.ch

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Locarno, Casa Rusca: Rotella e il Cinema


Alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno, fino al 14 agosto, l'esposizione ''Rotella e il Cinema'' dedicata a una delle personalità più rappresentative e influenti dell'arte italiana del
secolo scorso.


Franca D.Scotti


Nel suo percorso di vita artistica Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006) si è sempre
dimostrato un grande sperimentatore.
La sua capacità di aprire uno spazio nuovo e di rivoluzionare i linguaggi artistici del dopoguerra lo ha fatto apprezzare nel mondo e, in particolare, nelle grandi capitali dell'arte che sono state il teatro della sua indagine (Roma, Milano, Parigi e New York).
Oltre che alle principali mostre dei Nouveaux Réalistes e a più di cento esposizioni personali in
Italia e all'estero, l'artista ha partecipato a importanti rassegne internazionali .
Il tema centrale su cui si focalizza la mostra riguarda il rapporto che l'artista ha avuto con il mondo
del cinema. A questo fine, per meglio evidenziare la stretta connessione esistente tra i suoi lavori e
la realtà cinematografica, sono stati selezionati alcuni film, i cui manifesti sono stati per Rotella
fonte di ispirazione.

Il percorso espositivo - in cui sono presenti una sessantina di opere - analizza il periodo a ridosso
degli anni Sessanta fino al termine della sua carriera artistica avvenuta con la sua scomparsa nel
2006 all'età di 87 anni.

Artista eversivo, inventore inesauribile, autore di poemi e di composizioni musicali, suonatore di
strumenti a percussione, cantante, attore e viaggiatore instancabile. La vita di Rotella sembra tratta
da un romanzo. Da bambino riflessivo e intimamente riservato ad adulto incline alla meditazione
quale veicolo per dare espressione alla propria creatività, l'artista descrive così la sua filosofia: ''Ci
vuole distacco, sintesi, compassione. Soprattutto ci vuole un radar mentale orientato
costantemente sulla società''.

Interprete sottile di un mondo in rapido cambiamento, ha documentato i costumi e gli avvenimenti
della sua epoca, divenendo lui stesso un personaggio di quella ''società di massa'' caratterizzata
dalla nuova cultura dell'effimero che trova nella comunicazione mediatica la sua ragione d'essere.
E' nella Roma degli anni Cinquanta in cui si respira un clima culturale effervescente e
dinamico concentrato sul dibattito tra astrattismo e arte figurativa, che l'artista ha improvvisamente
quella che definisce un' ''illuminazione Zen'': la scoperta del manifesto pubblicitario come
espressione artistica della città.

Sono le lacerazioni causate dalle intemperie e dai passanti a suggerirgli nel 1953 di strappare
furtivamente i manifesti affissi sui muri per poi collezionarli nel suo atelier. Con grande intuizione e
preveggenza, Rotella si appropria del manifesto e dei suoi frammenti. Nascono i primi décollages e
i retro d'affiches costituiti da vari strati di manifesti incollati su una superficie di cartone o di tela,
siano essi il recto o il verso, rielaborati nello studio tramite un raschietto appuntito
(che richiama lo
strumento del pennello ma che è più industriale e impersonale), con cui traccia dei ritagli sui lembi
di carta.
Un'invenzione in sé inevitabile, tanto che circa negli stessi anni altri artisti la sviluppano. Infatti
Rotella condivide lo stesso interesse con Jacques Mahé de la Villeglé, Raymond Hains, François
Dufrêne, Gérard Deschamps i quali, su invito del critico francese Pierre Restany nel 1960,
confluiscono nel Nouveau Réalisme che riunisce, fra gli altri, Yves Klein, Arman, Jean Tinguely,
Daniel Spoerri, César, Christo e Niki de Saint Phalle.
Il movimento intercetta la straordinaria trasformazione degli anni Sessanta in cui il vero
protagonista è il consumismo in tutte le sue differenti declinazioni.

È un mutamento profondo percepito chiaramente da Rotella che ricorre ad un simbolo del contesto urbano e lo immette nel circuito dell'arte.
I suoi décollages sono contrassegnati da una ricchezza segnica e visiva dove lo
strappo emerge in tutta la sua carica trasgressiva e provocatoria. Riprendendo le sue parole: ''Io
incollo i manifesti poi li strappo: nascono forme nuove, imprevedibili. Ho abbandonato il cavalletto
per protesta.''
In questa sua necessità di andare oltre la pittura per conquistare nuovi spazi fisici e mentali l'artista
decide, in seguito, di impadronirsi di tutta l'immagine del manifesto. Smette di produrre i retro
d'affiches in favore dei décollages contraddistinti da immagini chiaramente leggibili e orienta la sua
produzione verso opere di tipo maggiormente figurativo come Ercole (1960), Al Malibran (1962),
Marilyn truccata (1963).

Nel 1962, gli spunti iconografici e linguistici del cinema e del manifesto cinematografico sono
presentati in occasione della sua prima personale parigina ''Cinecittà'' alla Galleria J.
Rotella irrompe nell'universo delle celebrità del grande schermo (La dolce vita, 1963) e si appropria dei
volti dei grandi miti di Hollywood (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Rita Hayworth, Clark Gable, John
Wayne, Cary Grant, Elvis Presley, Liza Minnelli, Anita Ekberg, Sophia Loren, Marcello
Mastroianni), dell'aspetto grafico delle scritte e dei titoli,
ma anche delle immagini da circo, della
cartellonistica pubblicitaria sui beni di largo consumo, come delle tragedie politiche.
In occasione della XXXII Biennale di Venezia del 1964, a Rotella viene assegnata una sala dove
trovano posto i grandi décollages realizzati negli anni precedenti tra cui Marilyn (1963), l'opera che
ottiene più successo. È la consacrazione ufficiale, ma avviene nel periodo più drammatico della sua vita: accusato di possesso e spaccio di stupefacenti, trascorre cinque mesi di detenzione a Regina Coeli fino al processo, conclusosi con un'assoluzione generale. L'esperienza del carcere lo segna profondamente tanto che decide di trasferirsi a Parigi, dove resterà per una quindicina di anni, accolto dall'amico Restany e dalla moglie Jeannine.

Nell'ultimo periodo della sua attività, dopo la serie delle nuove icone, Rotella torna al décollage declinandolo con rinnovata energia. Sono di questo periodo i lavori in cui utilizza i poster di colossal come Lassù qualcuno mi ama (2000), Via col vento (2004) o Fort Apache (2004). Tra tutti gli attori che in questi anni ripopolano l'universo rotelliano è però sempre Marilyn che incarna ai suoi occhi la potenza seduttiva dell'universo femminile, per lui icona cinematografica senza tempo. Si triplica, come in un sogno senza fine, in Le Marilyn di Rotella (2002), torna in Cinemascope (2003) e giganteggia in Mirabilia (Marilyn) (2004).
Nel 2000, per volontà dell'artista, è stata costituita la Fondazione Mimmo Rotella a cui ha fatto seguito l'inaugurazione nel 2005 della Casa della Memoria a Catanzaro: la casa natale raccoglie un corpus di opere importanti del Maestro e si pone come punto di riferimento per lo studio, la divulgazione e la promozione dell'arte contemporanea.
La mostra, in collaborazione con la 69esima edizione del Festival del film di Locarno, resterà aperta fino al 14 agosto 2016 ed è organizzata con il Mimmo Rotella Institute e la Fondazione Mimmo Rotella.
Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant'Antonio
CH - 6600 Locarno
Tel: +41 (0)91 756 31 85
ORARI: Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00
PRENOTAZIONI Pinacoteca Comunale Casa Rusca Tel. +41 (0)91 756 31 85
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secolo scorso.


Franca D.Scotti


Nel suo percorso di vita artistica Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006) si è sempre
dimostrato un grande sperimentatore.
La sua capacità di aprire uno spazio nuovo e di rivoluzionare i linguaggi artistici del dopoguerra lo ha fatto apprezzare nel mondo e, in particolare, nelle grandi capitali dell'arte che sono state il teatro della sua indagine (Roma, Milano, Parigi e New York).
Oltre che alle principali mostre dei Nouveaux Réalistes e a più di cento esposizioni personali in
Italia e all'estero, l'artista ha partecipato a importanti rassegne internazionali .
Il tema centrale su cui si focalizza la mostra riguarda il rapporto che l'artista ha avuto con il mondo
del cinema. A questo fine, per meglio evidenziare la stretta connessione esistente tra i suoi lavori e
la realtà cinematografica, sono stati selezionati alcuni film, i cui manifesti sono stati per Rotella
fonte di ispirazione.

Il percorso espositivo - in cui sono presenti una sessantina di opere - analizza il periodo a ridosso
degli anni Sessanta fino al termine della sua carriera artistica avvenuta con la sua scomparsa nel
2006 all'età di 87 anni.

Artista eversivo, inventore inesauribile, autore di poemi e di composizioni musicali, suonatore di
strumenti a percussione, cantante, attore e viaggiatore instancabile. La vita di Rotella sembra tratta
da un romanzo. Da bambino riflessivo e intimamente riservato ad adulto incline alla meditazione
quale veicolo per dare espressione alla propria creatività, l'artista descrive così la sua filosofia: ''Ci
vuole distacco, sintesi, compassione. Soprattutto ci vuole un radar mentale orientato
costantemente sulla società''.

Interprete sottile di un mondo in rapido cambiamento, ha documentato i costumi e gli avvenimenti
della sua epoca, divenendo lui stesso un personaggio di quella ''società di massa'' caratterizzata
dalla nuova cultura dell'effimero che trova nella comunicazione mediatica la sua ragione d'essere.
E' nella Roma degli anni Cinquanta in cui si respira un clima culturale effervescente e
dinamico concentrato sul dibattito tra astrattismo e arte figurativa, che l'artista ha improvvisamente
quella che definisce un' ''illuminazione Zen'': la scoperta del manifesto pubblicitario come
espressione artistica della città.

Sono le lacerazioni causate dalle intemperie e dai passanti a suggerirgli nel 1953 di strappare
furtivamente i manifesti affissi sui muri per poi collezionarli nel suo atelier. Con grande intuizione e
preveggenza, Rotella si appropria del manifesto e dei suoi frammenti. Nascono i primi décollages e
i retro d'affiches costituiti da vari strati di manifesti incollati su una superficie di cartone o di tela,
siano essi il recto o il verso, rielaborati nello studio tramite un raschietto appuntito
(che richiama lo
strumento del pennello ma che è più industriale e impersonale), con cui traccia dei ritagli sui lembi
di carta.
Un'invenzione in sé inevitabile, tanto che circa negli stessi anni altri artisti la sviluppano. Infatti
Rotella condivide lo stesso interesse con Jacques Mahé de la Villeglé, Raymond Hains, François
Dufrêne, Gérard Deschamps i quali, su invito del critico francese Pierre Restany nel 1960,
confluiscono nel Nouveau Réalisme che riunisce, fra gli altri, Yves Klein, Arman, Jean Tinguely,
Daniel Spoerri, César, Christo e Niki de Saint Phalle.
Il movimento intercetta la straordinaria trasformazione degli anni Sessanta in cui il vero
protagonista è il consumismo in tutte le sue differenti declinazioni.

È un mutamento profondo percepito chiaramente da Rotella che ricorre ad un simbolo del contesto urbano e lo immette nel circuito dell'arte.
I suoi décollages sono contrassegnati da una ricchezza segnica e visiva dove lo
strappo emerge in tutta la sua carica trasgressiva e provocatoria. Riprendendo le sue parole: ''Io
incollo i manifesti poi li strappo: nascono forme nuove, imprevedibili. Ho abbandonato il cavalletto
per protesta.''
In questa sua necessità di andare oltre la pittura per conquistare nuovi spazi fisici e mentali l'artista
decide, in seguito, di impadronirsi di tutta l'immagine del manifesto. Smette di produrre i retro
d'affiches in favore dei décollages contraddistinti da immagini chiaramente leggibili e orienta la sua
produzione verso opere di tipo maggiormente figurativo come Ercole (1960), Al Malibran (1962),
Marilyn truccata (1963).

Nel 1962, gli spunti iconografici e linguistici del cinema e del manifesto cinematografico sono
presentati in occasione della sua prima personale parigina ''Cinecittà'' alla Galleria J.
Rotella irrompe nell'universo delle celebrità del grande schermo (La dolce vita, 1963) e si appropria dei
volti dei grandi miti di Hollywood (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Rita Hayworth, Clark Gable, John
Wayne, Cary Grant, Elvis Presley, Liza Minnelli, Anita Ekberg, Sophia Loren, Marcello
Mastroianni), dell'aspetto grafico delle scritte e dei titoli,
ma anche delle immagini da circo, della
cartellonistica pubblicitaria sui beni di largo consumo, come delle tragedie politiche.
In occasione della XXXII Biennale di Venezia del 1964, a Rotella viene assegnata una sala dove
trovano posto i grandi décollages realizzati negli anni precedenti tra cui Marilyn (1963), l'opera che
ottiene più successo. È la consacrazione ufficiale, ma avviene nel periodo più drammatico della sua vita: accusato di possesso e spaccio di stupefacenti, trascorre cinque mesi di detenzione a Regina Coeli fino al processo, conclusosi con un'assoluzione generale. L'esperienza del carcere lo segna profondamente tanto che decide di trasferirsi a Parigi, dove resterà per una quindicina di anni, accolto dall'amico Restany e dalla moglie Jeannine.

Nell'ultimo periodo della sua attività, dopo la serie delle nuove icone, Rotella torna al décollage declinandolo con rinnovata energia. Sono di questo periodo i lavori in cui utilizza i poster di colossal come Lassù qualcuno mi ama (2000), Via col vento (2004) o Fort Apache (2004). Tra tutti gli attori che in questi anni ripopolano l'universo rotelliano è però sempre Marilyn che incarna ai suoi occhi la potenza seduttiva dell'universo femminile, per lui icona cinematografica senza tempo. Si triplica, come in un sogno senza fine, in Le Marilyn di Rotella (2002), torna in Cinemascope (2003) e giganteggia in Mirabilia (Marilyn) (2004).
Nel 2000, per volontà dell'artista, è stata costituita la Fondazione Mimmo Rotella a cui ha fatto seguito l'inaugurazione nel 2005 della Casa della Memoria a Catanzaro: la casa natale raccoglie un corpus di opere importanti del Maestro e si pone come punto di riferimento per lo studio, la divulgazione e la promozione dell'arte contemporanea.
La mostra, in collaborazione con la 69esima edizione del Festival del film di Locarno, resterà aperta fino al 14 agosto 2016 ed è organizzata con il Mimmo Rotella Institute e la Fondazione Mimmo Rotella.
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Piazza Sant'Antonio
CH - 6600 Locarno
Tel: +41 (0)91 756 31 85
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La nuova Collezione di smalti FABY JOY P/E 2016 è un arcobaleno di dodici nuances tutte da scoprire. ... CONTINUA

Starhotels presenta "Forget Home!"


La nuova campagna pubblicitaria firmata Oliviero Toscani


Franca D.Scotti

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Casinò di Sanremo: A tavola fra cultura e storia


Un appuntamento tutto da gustare nel calendario de 'I Martedì Letterari'
15 marzo 2016 - ore 16.30. Teatro dell'Opera - Casinò di Sanremo


Franca D. Scotti

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Locarno, Casa Rusca: Rotella e il Cinema


Alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno, fino al 14 agosto, l'esposizione ''Rotella e il Cinema'' dedicata a una delle personalità più rappresentative e influenti dell'arte italiana del
secolo scorso.


Franca D.Scotti
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L'Homme Ultime by YSL Beautè


Per esprimere questo nuovo mood maschile, la Maison presenta un nuovo volto, una nuova storia e una nuova campagna pubblicitaria. Una nuova era nella storia dell'uomo, celebrata da Yves Saint Laurent. ... CONTINUA

Ecco per voi catturata l'immagine di Lupita Nyong'o sul red carpet a Broadway


La bellissima ambasciatrice Lancome, si trovava a Broadway in occasione della prima di Eclipsed. ... CONTINUA

Rimodelliamo il corpo dichiarando guerra all'adipe


Dermophisiologique è lieta di presentare LipoSHOCK Crema - Linea LipoSTOP Per un'azione urto rimodellante contro gli inestetismi da adipe strutturato ... CONTINUA

ISABELLA ROSSELLINI torna a far parte del mondo LANCOME


E noi siamo lieti di annunciare il ritorno nella Marca dell'indimenticabile musa.
Isabella Rossellini e Lancôme riscrivono la meravigliosa storia che cominciò nel 1983 quando divenne il primo volto della marca. ... CONTINUA

Calvin Klein presenta una nuova fragranza: ck2


Un profumo che ti avvolgerà in una sublime allure olfattiva fresca magnetica ed elettrizzante
ck2 celebra la diversità dei legami tra due persone e incarna il brivido della vita; un legame giovane tra 2 persone per celebrare le differenze che rendono le nostre relazioni più ricche e definiscono ciò che siamo, noi. La vita è migliore quando si è in 2. ... CONTINUA

Utilissimo il nuovo Stick Solare per zone sensibili di Leocrema Solare con Bacche di Goji



Leocrema Solare con Bacche di Goji è la linea solare del canale farmacia studiata appositamente per chi ricerca uno schermo solare protettivo efficace e ... CONTINUA

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