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Prato:  "Legati da una Cintola. L'Assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una Città"





A Prato, al Museo di Palazzo Pretorio una splendida mostra fino al 14 gennaio 2018

Franca D.Scotti



Leggenda, storia fantastica o espressione di fede: la reliquia del Sacro Cingolo, la Cintola della Vergine Maria custodita nel Duomo di Prato, è indubbiamente un simbolo religioso e civile dell'identità pratese e fulcro delle vicende artistiche e storiche di Prato.
Prende spunto da quel prezioso mito identitario la mostra di Palazzo Pretorio di Prato Legati da una cintola - L'Assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una città e accende un fascio di luce intenso sull'arte del Trecento, periodo di grande prosperità con le committenze ad artisti come Giovanni Pisano e Bernardo Daddi che diedero risonanza alla devozione mariana a Prato come vero e proprio culto civico.
Oltre 60 opere, con al centro la ricostruzione della pala di Bernardo Daddi che tornerà a farsi ammirare nella sua interezza, una ricca serie di dipinti, sculture e miniature per raccontare la città e il suo patrimonio di cultura e bellezza e restituire il fascino di una storia che si legge come una favola.
La mostra, organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Diocesi di Prato, a cura di Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli, inaugura i nuovi spazi espositivi del Museo recuperati nell'attiguo edificio dell' ex Monte dei Pegni.



Leggenda, arte e tradizione - L'origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo.
La leggenda si basa su un testo apocrifo del V-VI secolo e vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell'Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte, nel 1172, al proposto della pieve. La Cintola è una sottile striscia di lana finissima, lunga 87 centimetri, di color verdolino, broccata in filo d'oro con ai capi due cordicelle per legarla.
Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell'elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.

Percorso espositivo - Precursore della diffusione al di fuori dei confini locali del mito legato alla Cintola mariana fu probabilmente lo scultore romanico conosciuto come Maestro di Cabestany. Attivo nel Roussillon e in Toscana, a Prato realizzò i capitelli del chiostro dell'antica prepositura di Santo Stefano, il Maestro di Cabestany apre il percorso espositivo con la lunetta realizzata per la chiesa di Cabestany che raffigura la la prima attestazione in Occidente della Madonna assunta che dona la Cintola. Punto focale della mostra è la ricomposizione della pala di Bernardo Daddi, una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento dedicate all'Assunta e al dono miracoloso della Cintola all'incredulo San Tommaso.


L'opera, commissionata nel 1337-1338, nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza. L'allestimento consentirà di tornare ad ammirare nel suo complesso la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i componenti che originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del dono della Cintola a San Tommaso e del successivo arrivo della reliquia a Prato, grazie al pratese Michele (questa custodita nel Museo) e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo (opera in arrivo dai Musei Vaticani) e una terminazione con la Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso dal Metropolitan Museum di New York.

Per meglio contestualizzare la pala del Daddi saranno esposte altre opere del pittore giottesco appartenenti a questa stessa fase stilistica contraddistinta da una felice e vivace vena narrativa
Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto nell'elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio
Il percorso espositivo prosegue presentando la tradizione iconografica dell'Assunta in terra toscana, dove prevale il tema della Madonna della Cintola col solo San Tommaso, con la selezione di esempi particolarmente significativi.

Sono infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l'ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale.


Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita e di ammirare da vicino il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.

La reliquia della Cintola della Vergine, rilasciata a San Tommaso e dopo avventurose peripezie pervenuta a Prato nel 1141, rappresentò un vero e proprio mito identitario, in cui l'intera città si riconobbe nel periodo della sua più tumultuosa crescita, fra Due e Trecento.
La venerata cintura, custodita nella cattedrale di Santo Stefano e nell'occasione resa visibile da vicino in una teca apposita, nella cappella a lei consacrata, è stata per secoli il tesoro più prezioso della città, contribuendo a rafforzarne il prestigio e l'identità in un avvincente intreccio di devozione, arte e tradizione.
La mostra intende raccontare questa storia, che affonda le sue radici nel sec. XII, quando uno scultore attivo in Spagna e in Toscana, autore dei capitelli del chiostro della cattedrale, il Maestro di Cabestany, per la prima volta scolpì la Vergine che consegna la Cintola a Tommaso, in un rilievo che in via del tutto eccezionale sarà esposto a Prato.
Attorno a questa reliquia, disputata fra chiesa e comune, crebbe per gradi la fabbrica gotica dell'allora prepositura di Santo Stefano, fino alla realizzazione di una cappella apposita presso l'ingresso, affrescata da Agnolo Gaddi tra 1392 e 1395, e del pulpito di Donatello e Michelozzo per l'ostensione periodica, sull'angolo della nuova facciata. Nel 1312 il pistoiese Musciattino aveva tentato di rubarla: venne punito a morte e in seguito si curò un nuovo allestimento in una cappella a lato della maggiore, per cui Bernardo Daddi tra 1337 e 1338 dipinse un'importante pala.
Cuore spettacolare della mostra è la ricostruzione di questa tavola dell'Assunta, divisa fra Prato, la Pinacoteca Vaticana e il Metropolitan Museum di New York, arricchita da due predelle che raccontavano la migrazione della reliquia da Gerusalemme a Prato e, in parallelo, quella del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma.
Prato in questo modo si proiettava in una dimensione di assoluto prestigio cultuale e simbolico, rifacendosi all'Urbe e alla Terra Santa, svincolandosi dalle rivalità con le vicine Firenze e Pistoia.
Fino al 14 gennaio 2018
Museo di Palazzo Pretorio Piazza del Comune - Prato
museo.palazzopretorio@comune.prato.it - www.palazzopretorio.prato.it
Con il biglietto di ingresso alla mostra si accede anche alla Cappella della Sacra Cintola nel Duomo di Prato (prenotare l'orario di ingresso).
Il biglietto di ingresso alla mostra permette inoltre uno sconto sulla visita al ciclo di affreschi di Filippo Lippi nel Duomo di Prato
Prevendite biglietti on line tramite call-center al numero 0574 19 34 9961 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18; sabato dalle 9 alle 14
tour@coopculture.it (per i gruppi); edu@coopculture.it (per le scuole)

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Prato:  "Legati da una Cintola. L'Assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una Città"





A Prato, al Museo di Palazzo Pretorio una splendida mostra fino al 14 gennaio 2018

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Leggenda, storia fantastica o espressione di fede: la reliquia del Sacro Cingolo, la Cintola della Vergine Maria custodita nel Duomo di Prato, è indubbiamente un simbolo religioso e civile dell'identità pratese e fulcro delle vicende artistiche e storiche di Prato.
Prende spunto da quel prezioso mito identitario la mostra di Palazzo Pretorio di Prato Legati da una cintola - L'Assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una città e accende un fascio di luce intenso sull'arte del Trecento, periodo di grande prosperità con le committenze ad artisti come Giovanni Pisano e Bernardo Daddi che diedero risonanza alla devozione mariana a Prato come vero e proprio culto civico.
Oltre 60 opere, con al centro la ricostruzione della pala di Bernardo Daddi che tornerà a farsi ammirare nella sua interezza, una ricca serie di dipinti, sculture e miniature per raccontare la città e il suo patrimonio di cultura e bellezza e restituire il fascino di una storia che si legge come una favola.
La mostra, organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Diocesi di Prato, a cura di Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli, inaugura i nuovi spazi espositivi del Museo recuperati nell'attiguo edificio dell' ex Monte dei Pegni.



Leggenda, arte e tradizione - L'origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo.
La leggenda si basa su un testo apocrifo del V-VI secolo e vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell'Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte, nel 1172, al proposto della pieve. La Cintola è una sottile striscia di lana finissima, lunga 87 centimetri, di color verdolino, broccata in filo d'oro con ai capi due cordicelle per legarla.
Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell'elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.

Percorso espositivo - Precursore della diffusione al di fuori dei confini locali del mito legato alla Cintola mariana fu probabilmente lo scultore romanico conosciuto come Maestro di Cabestany. Attivo nel Roussillon e in Toscana, a Prato realizzò i capitelli del chiostro dell'antica prepositura di Santo Stefano, il Maestro di Cabestany apre il percorso espositivo con la lunetta realizzata per la chiesa di Cabestany che raffigura la la prima attestazione in Occidente della Madonna assunta che dona la Cintola. Punto focale della mostra è la ricomposizione della pala di Bernardo Daddi, una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento dedicate all'Assunta e al dono miracoloso della Cintola all'incredulo San Tommaso.


L'opera, commissionata nel 1337-1338, nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza. L'allestimento consentirà di tornare ad ammirare nel suo complesso la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i componenti che originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del dono della Cintola a San Tommaso e del successivo arrivo della reliquia a Prato, grazie al pratese Michele (questa custodita nel Museo) e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo (opera in arrivo dai Musei Vaticani) e una terminazione con la Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso dal Metropolitan Museum di New York.

Per meglio contestualizzare la pala del Daddi saranno esposte altre opere del pittore giottesco appartenenti a questa stessa fase stilistica contraddistinta da una felice e vivace vena narrativa
Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto nell'elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio
Il percorso espositivo prosegue presentando la tradizione iconografica dell'Assunta in terra toscana, dove prevale il tema della Madonna della Cintola col solo San Tommaso, con la selezione di esempi particolarmente significativi.

Sono infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l'ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale.


Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita e di ammirare da vicino il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.

La reliquia della Cintola della Vergine, rilasciata a San Tommaso e dopo avventurose peripezie pervenuta a Prato nel 1141, rappresentò un vero e proprio mito identitario, in cui l'intera città si riconobbe nel periodo della sua più tumultuosa crescita, fra Due e Trecento.
La venerata cintura, custodita nella cattedrale di Santo Stefano e nell'occasione resa visibile da vicino in una teca apposita, nella cappella a lei consacrata, è stata per secoli il tesoro più prezioso della città, contribuendo a rafforzarne il prestigio e l'identità in un avvincente intreccio di devozione, arte e tradizione.
La mostra intende raccontare questa storia, che affonda le sue radici nel sec. XII, quando uno scultore attivo in Spagna e in Toscana, autore dei capitelli del chiostro della cattedrale, il Maestro di Cabestany, per la prima volta scolpì la Vergine che consegna la Cintola a Tommaso, in un rilievo che in via del tutto eccezionale sarà esposto a Prato.
Attorno a questa reliquia, disputata fra chiesa e comune, crebbe per gradi la fabbrica gotica dell'allora prepositura di Santo Stefano, fino alla realizzazione di una cappella apposita presso l'ingresso, affrescata da Agnolo Gaddi tra 1392 e 1395, e del pulpito di Donatello e Michelozzo per l'ostensione periodica, sull'angolo della nuova facciata. Nel 1312 il pistoiese Musciattino aveva tentato di rubarla: venne punito a morte e in seguito si curò un nuovo allestimento in una cappella a lato della maggiore, per cui Bernardo Daddi tra 1337 e 1338 dipinse un'importante pala.
Cuore spettacolare della mostra è la ricostruzione di questa tavola dell'Assunta, divisa fra Prato, la Pinacoteca Vaticana e il Metropolitan Museum di New York, arricchita da due predelle che raccontavano la migrazione della reliquia da Gerusalemme a Prato e, in parallelo, quella del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma.
Prato in questo modo si proiettava in una dimensione di assoluto prestigio cultuale e simbolico, rifacendosi all'Urbe e alla Terra Santa, svincolandosi dalle rivalità con le vicine Firenze e Pistoia.
Fino al 14 gennaio 2018
Museo di Palazzo Pretorio Piazza del Comune - Prato
museo.palazzopretorio@comune.prato.it - www.palazzopretorio.prato.it
Con il biglietto di ingresso alla mostra si accede anche alla Cappella della Sacra Cintola nel Duomo di Prato (prenotare l'orario di ingresso).
Il biglietto di ingresso alla mostra permette inoltre uno sconto sulla visita al ciclo di affreschi di Filippo Lippi nel Duomo di Prato
Prevendite biglietti on line tramite call-center al numero 0574 19 34 9961 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18; sabato dalle 9 alle 14
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A Prato, al Museo di Palazzo Pretorio una splendida mostra fino al 14 gennaio 2018

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Leggenda, storia fantastica o espressione di fede: la reliquia del Sacro Cingolo, la Cintola della Vergine Maria custodita nel Duomo di Prato, è indubbiamente un simbolo religioso e civile dell'identità pratese e fulcro delle vicende artistiche e storiche di Prato.
Prende spunto da quel prezioso mito identitario la mostra di Palazzo Pretorio di Prato Legati da una cintola - L'Assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una città e accende un fascio di luce intenso sull'arte del Trecento, periodo di grande prosperità con le committenze ad artisti come Giovanni Pisano e Bernardo Daddi che diedero risonanza alla devozione mariana a Prato come vero e proprio culto civico.
Oltre 60 opere, con al centro la ricostruzione della pala di Bernardo Daddi che tornerà a farsi ammirare nella sua interezza, una ricca serie di dipinti, sculture e miniature per raccontare la città e il suo patrimonio di cultura e bellezza e restituire il fascino di una storia che si legge come una favola.
La mostra, organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Diocesi di Prato, a cura di Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli, inaugura i nuovi spazi espositivi del Museo recuperati nell'attiguo edificio dell' ex Monte dei Pegni.



Leggenda, arte e tradizione - L'origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo.
La leggenda si basa su un testo apocrifo del V-VI secolo e vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell'Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte, nel 1172, al proposto della pieve. La Cintola è una sottile striscia di lana finissima, lunga 87 centimetri, di color verdolino, broccata in filo d'oro con ai capi due cordicelle per legarla.
Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell'elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.

Percorso espositivo - Precursore della diffusione al di fuori dei confini locali del mito legato alla Cintola mariana fu probabilmente lo scultore romanico conosciuto come Maestro di Cabestany. Attivo nel Roussillon e in Toscana, a Prato realizzò i capitelli del chiostro dell'antica prepositura di Santo Stefano, il Maestro di Cabestany apre il percorso espositivo con la lunetta realizzata per la chiesa di Cabestany che raffigura la la prima attestazione in Occidente della Madonna assunta che dona la Cintola. Punto focale della mostra è la ricomposizione della pala di Bernardo Daddi, una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento dedicate all'Assunta e al dono miracoloso della Cintola all'incredulo San Tommaso.


L'opera, commissionata nel 1337-1338, nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza. L'allestimento consentirà di tornare ad ammirare nel suo complesso la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i componenti che originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del dono della Cintola a San Tommaso e del successivo arrivo della reliquia a Prato, grazie al pratese Michele (questa custodita nel Museo) e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo (opera in arrivo dai Musei Vaticani) e una terminazione con la Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso dal Metropolitan Museum di New York.

Per meglio contestualizzare la pala del Daddi saranno esposte altre opere del pittore giottesco appartenenti a questa stessa fase stilistica contraddistinta da una felice e vivace vena narrativa
Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto nell'elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio
Il percorso espositivo prosegue presentando la tradizione iconografica dell'Assunta in terra toscana, dove prevale il tema della Madonna della Cintola col solo San Tommaso, con la selezione di esempi particolarmente significativi.

Sono infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l'ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale.


Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita e di ammirare da vicino il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.

La reliquia della Cintola della Vergine, rilasciata a San Tommaso e dopo avventurose peripezie pervenuta a Prato nel 1141, rappresentò un vero e proprio mito identitario, in cui l'intera città si riconobbe nel periodo della sua più tumultuosa crescita, fra Due e Trecento.
La venerata cintura, custodita nella cattedrale di Santo Stefano e nell'occasione resa visibile da vicino in una teca apposita, nella cappella a lei consacrata, è stata per secoli il tesoro più prezioso della città, contribuendo a rafforzarne il prestigio e l'identità in un avvincente intreccio di devozione, arte e tradizione.
La mostra intende raccontare questa storia, che affonda le sue radici nel sec. XII, quando uno scultore attivo in Spagna e in Toscana, autore dei capitelli del chiostro della cattedrale, il Maestro di Cabestany, per la prima volta scolpì la Vergine che consegna la Cintola a Tommaso, in un rilievo che in via del tutto eccezionale sarà esposto a Prato.
Attorno a questa reliquia, disputata fra chiesa e comune, crebbe per gradi la fabbrica gotica dell'allora prepositura di Santo Stefano, fino alla realizzazione di una cappella apposita presso l'ingresso, affrescata da Agnolo Gaddi tra 1392 e 1395, e del pulpito di Donatello e Michelozzo per l'ostensione periodica, sull'angolo della nuova facciata. Nel 1312 il pistoiese Musciattino aveva tentato di rubarla: venne punito a morte e in seguito si curò un nuovo allestimento in una cappella a lato della maggiore, per cui Bernardo Daddi tra 1337 e 1338 dipinse un'importante pala.
Cuore spettacolare della mostra è la ricostruzione di questa tavola dell'Assunta, divisa fra Prato, la Pinacoteca Vaticana e il Metropolitan Museum di New York, arricchita da due predelle che raccontavano la migrazione della reliquia da Gerusalemme a Prato e, in parallelo, quella del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma.
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Metti da parte il piegaciglia, da oggi Clinique presenta il nuovo High Impact Lash Elevating Mascara, un mascara denso che soleva le ciglia senza appesantirle. ... CONTINUA

Trussardi Riflesso



La nuova fragranza maschile Trussardi Parfums, è un'esplorazione cosciente di nuovi territori, un percorso di scoperta della contemporaneità attraverso gli strumenti dell'heritage. ... CONTINUA

Dormire su una nuvola


QC Terme Dolomiti, Trentino Marketing e Val di Fassa, regalano la possibilità di dormire gratuitamente in un luogo magico,circondati dalle foreste fassane, sotto le stelle del Trentino. ... CONTINUA

Cova scelto da La Grande Epicerie tra le eccellenze Made in Italy




Cova, iconico ed emblematico marchio dell'alta pasticceria italiana e della
tradizione milanese, è stato selezionato dal team de La Grande Epicerie nel quadro della mostra «La Famiglia Rive Gauche» tra le eccellenze rappresentative del savoir-faire gastronomico italiano.

Franca D.Scotti

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Il Ristorante Biffi per i 150 anni di Galleria Vittorio Emanuele II




Gli auguri dello storico locale milanese alla Galleria: una cena esclusiva firmata da Carlo Cracco per 900 ospiti. Il ricavato andrà in beneficenza.

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Prato:  "Legati da una Cintola. L'Assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una Città"





A Prato, al Museo di Palazzo Pretorio una splendida mostra fino al 14 gennaio 2018

Franca D.Scotti

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Wolfgang Laib al LAC Lugano Arte e Cultura





Fino al 7 gennaio 2018 il MASI ospita un'importante mostra monografica dedicata a Wolfgang Laib

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Gubbio: tutti gli appuntamenti del Festival del Medioevo




Il grande racconto della Storia torna a Gubbio dal 27 settembre al 1 ottobre 2017 con la terza edizione del Festival del Medioevo

Franca D.Scotti

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The BLONDE SALAD & YAMAMAY


Di nuovo insieme per una esclusiva Capsule Collection Limited Edition
Yamamay rinnova il feeling con TheBlondeSalad.com la piattaforma ispirazionale fondata da Chiara Ferragni e Riccardo Pozzoli, ed insieme lanciano una esclusiva capsule collection di bustier. ... CONTINUA

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