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Aosta: un viaggio nel tempo




A Saint Martin de Corléans, l'eccezionale sito megalitico del 4000 a.C. è il punto di partenza di un itinerario tra i tesori storici e archeologici di Aosta

Franca D. Scotti



Una piccola regione un po' defilata dalle grandi rotte del turismo.
Una valle che ne contiene decine di altre, sottili e isolate.
Una regione che ha 120.000 abitanti, quanti un quartiere di Milano.
In questo piccolo territorio, la Val d'Aosta é un piccolo scrigno di tesori tutto da scoprire. Non solo monti altissimi, ghiacciai, castelli e centri termali.
Ma anche importantissimi tesori archeologici di grande rilevanza.
Tutta la città di Aosta è un vero gioiello da questo punto di vista.
C'è la celebre Aosta romana e l'Aosta medievale.



Ma soprattutto è sorprendente l'Aosta megalitica che, solo da due anni, offre alla visita turistica un sito di eccezionale importanza. Per giunta allestito con una concezione all'avanguardia, di grande impatto visivo e didattico.
È il sito di Saint Martin de Corléans, praticamente un sobborgo della città, dove, nel 1969, una ruspa urtò per caso una stele antropomorfa.


Per fortuna i lavori di costruzione si fermarono e cominciarono gli scavi archeologici.
Oggi, sotto un'enorme struttura di più di mille metri quadrati, sono esposti, così come si trovavano all'origine, monumenti e reperti che risalgono al 4000 a.C. e hanno rivoluzionato le conoscenze della preistoria europea. Molto suggestiva anche la discesa verso il piano espositivo, a 6 metri di profondità nelle viscere della terra, come una discesa a ritroso nel tempo.

Appaiono sorprendenti testimonianze di civiltà misteriose dal Neolitico all'Età del Rame: dolmen e straordinarie stele antropomorfe, riti antichissimi come la semina dei denti e la perforazione dei crani nei vivi, numerosi oggetti di uso quotidiano, utensili di ceramica, macine, cereali raccolti dall'uomo della preistoria, solchi d'aratro, non si sa se tracciati da un aratro a trazione animale o umana.


Colpiscono l'attenzione soprattutto le 46 stele antropomorfe che raffigurano divinità, eroi e capi guerrieri, rimaste per millenni a guardia di un mondo inghiottito dal tempo: dee con i capelli intrecciati, l'abito ricercato in fibra vegetale e splendidi monili, capi guerrieri vestiti di cuoio e pelliccia, con pendagli al collo e pugnali, arco e frecce nella cintura.
Sono sculture realizzate con lastre monolitiche di rocce scistose bruno rosate o di marmo bardiglio grigio, di forma trapezoidale o rettangolare, di fattura elaborata e grande espressività, quasi persone ''vive'' che fanno emergere un lontano passato.


Da santuario ad area funeraria, il sito di Saint Martin de Corléans ci racconta una storia ancora misteriosa. Chi erano questi popoli lontani? Autoctoni o provenienti dal Mediterraneo? L'unica cosa certa è che il sito si trova su un'antichissima via di comunicazione transalpina che collega la Pianura Padana alla Francia e alla Svizzera, da sempre via di passaggio e migrazioni.

L'allestimento è di grandissima efficacia: touch screen, fasci laser, confronti, didascalie parlanti, ricostruzione di dettagli specifici per vivere un'esperienza sensoriale dal forte impatto emotivo e culturale.

Dopo la visita al sito megalitico, il Museo Archeologico di Aosta introduce a tutto il patrimonio della regione, dall'età del ferro fino al Medioevo, ricostruendo le vicende dei Salassi, popolazioni celto-liguri, la conquista romana, le ceramiche, i marmi, i vetri, i sarcofaghi, le iscrizioni e i gioielli.



Da qui parte il percorso nella Aosta romana che ci attende all'aperto, a passeggio nel centro città. Aosta è un perfetto esempio di città romana ''di fondazione'': un rettangolo, cardo e decumano che si incrociano, quattro porte ai lati, le insulae che formano quartieri regolari, una pianta a incroci ortogonali.
Una colonia strategica, per controllare l'accesso dalle Prealpi alle fertili terre della Pianura Padana: il Decumanus Maximus, l'attuale via Porta Prætoria, era la prosecuzione naturale della Via consolare delle Gallie che da Milano arrivava fino al Piccolo San Bernardo.
Perfetta testimonianza di questa città romana, nata come colonia militare e poi abbellita e ingrandita con funzioni civili, l'arco di Augusto, la magnifica porta Pretoria, il Teatro, il Cripto portico.



Anche se il percorso nell'Aosta classica potrebbe fermarsi qui, non si può dimenticare la magnifica chiesa collegiata medievale dei Santi Pietro e Orso, la testimonianza di maggior rilievo della storia dell'arte sacra in Valle d'Aosta.
Famoso soprattutto il chiostro con i suoi capitelli istoriati, tutti diversi uno dall'altro, un tipico esempio di arte romanica lombardo-provenzale.



Infine una chicca fuori città. E' il ponte-acquedotto romano Pondel o Pont d'Ael, ad Aymavilles, sulla via che porta a Cogne.
Una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra, alta circa 56 metri e lunga più di 50. Magnifico esempio di ponte-acquedotto, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato per il passaggio dell'acqua, e un camminamento inferiore, largo circa un metro, aerato ed illuminato, riservato al passaggio di uomini e animali.



Oggi si percorre il ponte con un passaggio interno di 50 metri su lastre di vetro, che dà anche una leggera sensazione di vertigine ai più suggestionabili.
Ma soprattutto, aldilà dell'imponenza dell'opera, è interessante sapere che il ponte fu costruito in fretta dalla ricchissima Gens Avillia, che lo utilizzò per convogliare l'acqua del torrente verso la vicina cava di marmo bardiglio: proprio così Aosta si arricchì delle sue opere monumentali in epoca imperiale.
Consigli di viaggio:
Per una sosta gustosa ottimo per qualità e scenografia dei piatti il ristorante gourmet Giuliani www.giulianiristorante.com
Informazioni turistiche: www.regione.vda.it www.lovevda.it


Luglio 2018

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A Saint Martin de Corléans, l'eccezionale sito megalitico del 4000 a.C. è il punto di partenza di un itinerario tra i tesori storici e archeologici di Aosta

Franca D. Scotti



Una piccola regione un po' defilata dalle grandi rotte del turismo.
Una valle che ne contiene decine di altre, sottili e isolate.
Una regione che ha 120.000 abitanti, quanti un quartiere di Milano.
In questo piccolo territorio, la Val d'Aosta é un piccolo scrigno di tesori tutto da scoprire. Non solo monti altissimi, ghiacciai, castelli e centri termali.
Ma anche importantissimi tesori archeologici di grande rilevanza.
Tutta la città di Aosta è un vero gioiello da questo punto di vista.
C'è la celebre Aosta romana e l'Aosta medievale.



Ma soprattutto è sorprendente l'Aosta megalitica che, solo da due anni, offre alla visita turistica un sito di eccezionale importanza. Per giunta allestito con una concezione all'avanguardia, di grande impatto visivo e didattico.
È il sito di Saint Martin de Corléans, praticamente un sobborgo della città, dove, nel 1969, una ruspa urtò per caso una stele antropomorfa.


Per fortuna i lavori di costruzione si fermarono e cominciarono gli scavi archeologici.
Oggi, sotto un'enorme struttura di più di mille metri quadrati, sono esposti, così come si trovavano all'origine, monumenti e reperti che risalgono al 4000 a.C. e hanno rivoluzionato le conoscenze della preistoria europea. Molto suggestiva anche la discesa verso il piano espositivo, a 6 metri di profondità nelle viscere della terra, come una discesa a ritroso nel tempo.

Appaiono sorprendenti testimonianze di civiltà misteriose dal Neolitico all'Età del Rame: dolmen e straordinarie stele antropomorfe, riti antichissimi come la semina dei denti e la perforazione dei crani nei vivi, numerosi oggetti di uso quotidiano, utensili di ceramica, macine, cereali raccolti dall'uomo della preistoria, solchi d'aratro, non si sa se tracciati da un aratro a trazione animale o umana.


Colpiscono l'attenzione soprattutto le 46 stele antropomorfe che raffigurano divinità, eroi e capi guerrieri, rimaste per millenni a guardia di un mondo inghiottito dal tempo: dee con i capelli intrecciati, l'abito ricercato in fibra vegetale e splendidi monili, capi guerrieri vestiti di cuoio e pelliccia, con pendagli al collo e pugnali, arco e frecce nella cintura.
Sono sculture realizzate con lastre monolitiche di rocce scistose bruno rosate o di marmo bardiglio grigio, di forma trapezoidale o rettangolare, di fattura elaborata e grande espressività, quasi persone ''vive'' che fanno emergere un lontano passato.


Da santuario ad area funeraria, il sito di Saint Martin de Corléans ci racconta una storia ancora misteriosa. Chi erano questi popoli lontani? Autoctoni o provenienti dal Mediterraneo? L'unica cosa certa è che il sito si trova su un'antichissima via di comunicazione transalpina che collega la Pianura Padana alla Francia e alla Svizzera, da sempre via di passaggio e migrazioni.

L'allestimento è di grandissima efficacia: touch screen, fasci laser, confronti, didascalie parlanti, ricostruzione di dettagli specifici per vivere un'esperienza sensoriale dal forte impatto emotivo e culturale.

Dopo la visita al sito megalitico, il Museo Archeologico di Aosta introduce a tutto il patrimonio della regione, dall'età del ferro fino al Medioevo, ricostruendo le vicende dei Salassi, popolazioni celto-liguri, la conquista romana, le ceramiche, i marmi, i vetri, i sarcofaghi, le iscrizioni e i gioielli.



Da qui parte il percorso nella Aosta romana che ci attende all'aperto, a passeggio nel centro città. Aosta è un perfetto esempio di città romana ''di fondazione'': un rettangolo, cardo e decumano che si incrociano, quattro porte ai lati, le insulae che formano quartieri regolari, una pianta a incroci ortogonali.
Una colonia strategica, per controllare l'accesso dalle Prealpi alle fertili terre della Pianura Padana: il Decumanus Maximus, l'attuale via Porta Prætoria, era la prosecuzione naturale della Via consolare delle Gallie che da Milano arrivava fino al Piccolo San Bernardo.
Perfetta testimonianza di questa città romana, nata come colonia militare e poi abbellita e ingrandita con funzioni civili, l'arco di Augusto, la magnifica porta Pretoria, il Teatro, il Cripto portico.



Anche se il percorso nell'Aosta classica potrebbe fermarsi qui, non si può dimenticare la magnifica chiesa collegiata medievale dei Santi Pietro e Orso, la testimonianza di maggior rilievo della storia dell'arte sacra in Valle d'Aosta.
Famoso soprattutto il chiostro con i suoi capitelli istoriati, tutti diversi uno dall'altro, un tipico esempio di arte romanica lombardo-provenzale.



Infine una chicca fuori città. E' il ponte-acquedotto romano Pondel o Pont d'Ael, ad Aymavilles, sulla via che porta a Cogne.
Una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra, alta circa 56 metri e lunga più di 50. Magnifico esempio di ponte-acquedotto, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato per il passaggio dell'acqua, e un camminamento inferiore, largo circa un metro, aerato ed illuminato, riservato al passaggio di uomini e animali.



Oggi si percorre il ponte con un passaggio interno di 50 metri su lastre di vetro, che dà anche una leggera sensazione di vertigine ai più suggestionabili.
Ma soprattutto, aldilà dell'imponenza dell'opera, è interessante sapere che il ponte fu costruito in fretta dalla ricchissima Gens Avillia, che lo utilizzò per convogliare l'acqua del torrente verso la vicina cava di marmo bardiglio: proprio così Aosta si arricchì delle sue opere monumentali in epoca imperiale.
Consigli di viaggio:
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Informazioni turistiche: www.regione.vda.it www.lovevda.it


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A Saint Martin de Corléans, l'eccezionale sito megalitico del 4000 a.C. è il punto di partenza di un itinerario tra i tesori storici e archeologici di Aosta

Franca D. Scotti



Una piccola regione un po' defilata dalle grandi rotte del turismo.
Una valle che ne contiene decine di altre, sottili e isolate.
Una regione che ha 120.000 abitanti, quanti un quartiere di Milano.
In questo piccolo territorio, la Val d'Aosta é un piccolo scrigno di tesori tutto da scoprire. Non solo monti altissimi, ghiacciai, castelli e centri termali.
Ma anche importantissimi tesori archeologici di grande rilevanza.
Tutta la città di Aosta è un vero gioiello da questo punto di vista.
C'è la celebre Aosta romana e l'Aosta medievale.



Ma soprattutto è sorprendente l'Aosta megalitica che, solo da due anni, offre alla visita turistica un sito di eccezionale importanza. Per giunta allestito con una concezione all'avanguardia, di grande impatto visivo e didattico.
È il sito di Saint Martin de Corléans, praticamente un sobborgo della città, dove, nel 1969, una ruspa urtò per caso una stele antropomorfa.


Per fortuna i lavori di costruzione si fermarono e cominciarono gli scavi archeologici.
Oggi, sotto un'enorme struttura di più di mille metri quadrati, sono esposti, così come si trovavano all'origine, monumenti e reperti che risalgono al 4000 a.C. e hanno rivoluzionato le conoscenze della preistoria europea. Molto suggestiva anche la discesa verso il piano espositivo, a 6 metri di profondità nelle viscere della terra, come una discesa a ritroso nel tempo.

Appaiono sorprendenti testimonianze di civiltà misteriose dal Neolitico all'Età del Rame: dolmen e straordinarie stele antropomorfe, riti antichissimi come la semina dei denti e la perforazione dei crani nei vivi, numerosi oggetti di uso quotidiano, utensili di ceramica, macine, cereali raccolti dall'uomo della preistoria, solchi d'aratro, non si sa se tracciati da un aratro a trazione animale o umana.


Colpiscono l'attenzione soprattutto le 46 stele antropomorfe che raffigurano divinità, eroi e capi guerrieri, rimaste per millenni a guardia di un mondo inghiottito dal tempo: dee con i capelli intrecciati, l'abito ricercato in fibra vegetale e splendidi monili, capi guerrieri vestiti di cuoio e pelliccia, con pendagli al collo e pugnali, arco e frecce nella cintura.
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Da santuario ad area funeraria, il sito di Saint Martin de Corléans ci racconta una storia ancora misteriosa. Chi erano questi popoli lontani? Autoctoni o provenienti dal Mediterraneo? L'unica cosa certa è che il sito si trova su un'antichissima via di comunicazione transalpina che collega la Pianura Padana alla Francia e alla Svizzera, da sempre via di passaggio e migrazioni.

L'allestimento è di grandissima efficacia: touch screen, fasci laser, confronti, didascalie parlanti, ricostruzione di dettagli specifici per vivere un'esperienza sensoriale dal forte impatto emotivo e culturale.

Dopo la visita al sito megalitico, il Museo Archeologico di Aosta introduce a tutto il patrimonio della regione, dall'età del ferro fino al Medioevo, ricostruendo le vicende dei Salassi, popolazioni celto-liguri, la conquista romana, le ceramiche, i marmi, i vetri, i sarcofaghi, le iscrizioni e i gioielli.



Da qui parte il percorso nella Aosta romana che ci attende all'aperto, a passeggio nel centro città. Aosta è un perfetto esempio di città romana ''di fondazione'': un rettangolo, cardo e decumano che si incrociano, quattro porte ai lati, le insulae che formano quartieri regolari, una pianta a incroci ortogonali.
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Anche se il percorso nell'Aosta classica potrebbe fermarsi qui, non si può dimenticare la magnifica chiesa collegiata medievale dei Santi Pietro e Orso, la testimonianza di maggior rilievo della storia dell'arte sacra in Valle d'Aosta.
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un territorio ricco di eccellenze artistiche, culturali e gastronomiche

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L' evoluzione del lusso e del wellness: una catena di hotel che coniuga bene il concetto di wellness e healthy.

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